La salute dei disoccupati è molto meno tutelata rispetto a quella di chi ha un lavoro. A spiegarlo è uno studio di un ricercatore francese dell’Inserm, Pierre Meneton, secondo il quale la mancanza di un’occupazione uccide ogni anno «tra le 10 e le 20 mila persone».
Lo scienziato ha analizzato le condizioni di circa 6.000 volontari di età variabile dai 35 ai 64 anni, in un periodo di tempo compreso tra il 1995 ed il 2007, concentrandosi in particolare sulla salute cardiovascolare e sul tasso di mortalità. I risultati sono stati pubblicati dalla rivista International Archives of Occupational and Environmental Health, e mettono in luce una «sovra-mortalità molto marcata» tra i disoccupati, ovvero circa tre volte superiore rispetto alla media dei lavoratori. Chi è in cerca di un posto, infatti, adotta spesso comportamenti e stili di vita più a rischio: «Consuma più alcool, mangia meno frutta e verdura, e assimila un quantitativo di calorie significativamente più alto». Secondo lo psichiatra Michel Debout, riferisce il magazine L’Express, la salute dei disoccupati può essere considerata «un vero e proprio buco nero nella conoscenza scientifica e medica».
In Italia il numero di disoccupati è oggi pari a circa 3 milioni di persone.
Andrea Barolini valori.it