Sotto accusa la polizia keniana che attese sette ore prima di intervenire, inviando una unita’ delle forze speciali, all’universita’ di Garissa attaccata dagli estremisti islamici somali shebaab. Lo scrive il quotidiano keniano ‘Daily Nation’ che riferisce come le unita’ speciali, una volta sul posto, impiegarono solo trenta minuti per uccidere i fondamentalisti. In Kenya e’ stata una Pasqua di dolore. Oggi, primo dei tre giorni di lutto proclamati dal governo per la strage all’Universita’ di Garissa, numerosi fedeli di diverse religioni hanno affollato i luoghi sacri del Paese per pregare insieme per le 148 persone, la maggior parte studenti, trucidate dai miliziani islamici somali shebaab.
Ancora tanti mancano all’appello: circa 200 persone hanno atteso fuori dall’obitorio di Nairobi nella speranza di ricevere notizie dei loro cari che risultano ancora dispersi.
L’identificazione dei cadaveri e’ difficile in quanto i corpi hanno la testa deformata per via dell’esecuzione brutale alla nuca da parte dei terroristi. In molti sperano negli elenchi dei sopravissuti che di volta in volta vengono aggiornati quando si riescono a trovare gli studenti scampati alla morte, molti di loro sono riusciti a fuggire nei villaggi vicini.
Oggi, intanto, si e’ saputo che uno dei quattro terroristi autori della strage all’universita’ di Garissa, in Kenya, era il figlio di un funzionario del governo. Il terrorista e’ stato identificato come Abdirahim Abdullahi, ha comunicato un portavoce del ministero dell’Interno. “Il padre aveva denunciato alle forze di sicurezza che suo figlio era scomparso da casa e stava aiutando la polizia a cercarlo”, ha spiegato. agi