Il convolgimento e l’arresto ordinato dalla Procura di Napoli di dirigenti, consulenti, ex dirigenti di CPL Concordia con l’accusa di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, corruzione e corruzione internazionale ha dato la stura a commenti, prese di posizione, articoli giornalistichi tesi a dimostrare che l’insieme della cooperazione, segnatamente quella parte aderente a Legacoop, sarebbe organica a “un sistema immorale”. Chi ha commesso reati deve essere sanzionato: nulla giustifica la corruzione o il cercare scorciatoie. Chi viene a conoscenza di situazioni illecite deve denunciarle: non c’è altra strada.
Stiamo dalla parte di don Luigi Ciotti e Libera per amore di giustizia e perché siamo sicuri che un Paese libero dalle criminalità, dalla corruzione, dal malaffare è il posto migliore dove far prosperare le comunità e la cooperazione. La realtà della cooperazione – la conoscono bene i soci e i lavoratori delle cooperative, i cittadini dei territori nei quali operiamo – è tutt’altra da quella descritta in questi giorni, ed è quella che continua a farci lavorare a testa alta e con la schiena dritta. Legacoop è costituita da centinaia di cooperative, da tre milioni di soci nella sola Emilia-Romagna, da quasi 500.000 tra soci lavoratori e addetti in Italia. Persone che ogni giorno fanno il proprio lavoro con onestà e passione, imprese che non accumulano profitti per un proprietario, ma li reinvestono nell’impresa per assicurare reddito e lavoro e per sostenere le comunità nelle quali operano.
La cooperazione è fatta di soci, volontari, imprese che garantiscono prodotti alimentari alle famiglie a basso reddito, che intervengono con generosità quando ci sono disastri come quelli provocati dal sisma o dalle alluvioni, che rispondono alle richieste di centinaia di associazioni e contribuiscono a tenere in piedi servizi che enti locali in difficoltà non riuscirebbero più a erogare alla cittadinanza. Tutte caratteristiche, proprie della cooperazione, della nostra storia che ci rendono orgogliosi: per questo andiamo a testa alta.
Non siamo esenti da difetti: la governance delle cooperative va migliorata, i soci devono controllare di più, i gruppi dirigenti e le loro decisioni devono essere del tutto trasparenti e ruotare ogni due, tre mandati. La cooperazione non è fatta da poche persone accusate di gravi reati: la cooperazione siamo noi e sappiamo bene chi siamo e come siamo. Continuiamo a lavorare sereni, a testa alta e con la schiena dritta per ll bene delle nostre comunità.
Giovanni Monti