In un sistema politico marcio come quello italiano, dove ogni giorno scoppiano scandali che mettono in luce forti legami tra politica e corruzione, c’è l’urgenza e la necessità – scrivono in una nota i senatori del Movimento 5 stelle – di colmare le lacune legislative che, grazie ai governi che si sono succeduti in quest’ultimi 20 anni, hanno consentito la proliferazione di questo fenomeno attraverso figure come quelle delle Fondazioni dei Partiti Politici.
Le Fondazioni di partito non hanno colori. Alcune di esse, infatti, sono composte indistintamente da esponenti di destra e di sinistra e dal 1997, grazie alla legge Bassanini (chiamata della semplificazione), non sono più obbligate a rendere noto l’elenco dei propri sostenitori e finanziatori. Inoltre, possono contare su grandi agevolazioni e sgravi fiscali nonché di una maggiore possibilità di deducibilità dei contributi, ciò che si traduce in un vero e proprio paradiso fiscale per i partiti politici. Vere e proprie cassaforti dove far confluire soldi di provenienza totalmente sconosciuta e spesso illecita. Questa mancanza di obblighi da parte delle Fondazioni, molto apprezzata dal malaffare, serve ad alimentare ulteriormente la corruzione ed è per questo che dove ci sono le Fondazioni, c’è aria di corruzione.
Il legame tra Fondazione e malaffare nasce dallo scambio reciproco di favori e vede coinvolti politici o funzionari dello Stato con imprenditori (società/cooperative). C’è quindi una Fondazione legata ad un esponente politico e/o ad un Partito che viene finanziata da un imprenditore al quale bisognerà essere riconoscente in futuro. Soldi alla Fondazione in cambio di qualche appalto o in cambio di qualche favore da fare quando verrà chiesto. E’ questa la realtà che si evince dagli ultimi scandali che riguardano la corruzione del nostro Paese.
Il recentissimo arresto del sindaco del Pd di Ischia, Giuseppe Ferrandino, che vedrebbe coinvolta anche la Fondazione “italiani europei” di Massimo D’Alema che, a quanto pare, avrebbe ricevuto finanziamenti per almeno 60.000 euro nonché la recente vicenda di mafia capitale, che ha visto coinvolta la Fondazione “Nuova Italia” di Gianni Alemanno, che avrebbe ricevuto finanziamenti dalle cooperative coinvolte nell’inchiesta, per importi non inferiori a 30.000 euro, sono il classico esempio del legame corruttivo tra politica ed imprenditoria.
Soggetti giuridici lasciati appositamente al buio di qualsiasi riforma mentre basterebbe introdurre maggiore trasparenza, l’obbligo di introdurre rigorosi sistemi di controllo che riguardino non solo l’identificazione dei finanziatori, ma anche la provenienza dei finanziamenti stessi.
La necessità di introdurre maggiore trasparenza è stata sollevata anche dall’attuale Presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, che facendo riferimento alla corruzione politica ha fatto le seguenti dichiarazioni: “io credo che c’è un problema enorme che riguarda la politica. C’è un problema, per esempio che riguarda la trasparenza dei bilanci dei partiti, dei bilanci delle fondazioni che sono collegate ai partiti, dei meccanismi di finanziamento della politica. Quello che è emerso in mafia capitale è un elemento sul quale bisognerebbe riflettere dove un gruppo di soggetti legati anche alla criminalità organizzata era in grado di determinare le sorte di una serie di politici a destra ed a sinistra, quasi crescendoli come polli da batteria, attraverso meccanismi di finanziamento che erano assolutamente non trasparenti. Ma come si fa a pensare che le fondazioni che spesso sono le vecchie correnti dei partiti non debbano avere nessun tipo di bilancio?…” Solo quando ci sarà la volontà politica di porre dei limiti al finanziamento delle fondazioni, si dimostrerà di andare nella direzione della vera lotta alla corruzione.
E DOVE NON CI SONO “FONDAZIONI POLITICHE” C’è LA “PIRATERIA!.!!! … O STINKI DI SANTO CON LE MAZZETTE NEI PARADISI FISCALI..!!!