E’ normale che la famiglia Femia possa continuare ad operare nel settore del gioco d’azzardo, nonostante l’interdittiva antimafia e il rinvio a giudizio del capostipite Nicola e dei figli Guendalina e Francesco Rocco Maria? È sufficiente intestare una società alla compagna del figlio di Nicola Femia, non coinvolta nelle indagini, per andare avanti, nonostante le accuse di illeciti, evasione fiscale e associazione mafiosa e le pesanti minacce al giornalista Giovanni Tizian? È possibile che una persona rinviata a giudizio come Guendalina Femia possa serenamente promuovere la società della cognata presso la più grande fiera del gioco del Sud Europa a Rimini, come successo di recente?
Sono le domande che oggi ho rivolto al ministro degli Interni, Angelino Alfano, nell’interrogazione in allegato.
Noi crediamo di no e quindi chiediamo che lo Stato – attraverso il Prefetto di Ravenna – intervenga. Ringrazio il Gruppo dello Zuccherificio per la preziosa segnalazione, che si inserisce in un quotidiano, fondamentale lavoro di antimafia sociale.
On. Giovanni Paglia
Lo Stato non fà nulla.???
Forse volevi dire . : Chi a la veste Istituzionale del “DOVERE” alle regole dello Stato..? – (PURTROPPO ASSENTE.!)… Nella ipotesi fossero stati presenti ; non ci sarebbe in Italia un 50% di corrotti.! (il resto nella U.E.!!!)
LO STATO ESISTE SEMPRE SONO GLI UOMINI CHE LO TRADISCONO PER FATTI PERSONALI. “LA STORIA è PIENA”.!!! –