Bologna – Forum Famiglie contro il Cassero: ‘Entrano nelle scuole, che esperienza possono trasmettere?’
Nero su bianco la posizione del Forum delle Associazioni Familiari dell’Emilia-Romagna e il Forum Prov.le di Bologna, insieme al Comitato “Sì alla Famiglia”, “denunciano il ripetersi di atti e di iniziative offensive per la religione e contrarie al diritto dei genitori ad essere i primi responsabili dell’educazione dei loro figli“.
Per il Forum, l’evento al Cassero era stato presentato come serata Offese della comunità gay a Cristo finanziate dal Comune di Bologna “blasfema e scaramantica, con tanto di sbattezzo point, in cui – fatto reso noto mediante immagini e video diffusi sul web – varie persone travestite da Gesù e da altre figure cristiane hanno inscenato atti sessuali omosessuali, servendosi anche di una croce”.
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Un’altra “perplessità” è data dal fatto che “l’associazione Arcigay da molti anni partecipa anche a percorsi formativi in gran parte delle scuole statali del territorio bolognese e non solo, come si è verificato nei giorni scorsi in un istituto modenese. La lecita domanda è la seguente: che tipo di esperienza possono trasmettere agli studenti i membri di quest’associazione, in termini di validità educativa?”
A che titolo Arcigay entra nelle scuole?
Il Forum Regionale e Provinciale delle Associazioni Familiari, con il Comitato Sì alla Famiglia “condividono pienamente la posizione del card. Caffarra, nonché i dubbi espressi da alcuni consiglieri comunali, in particolare Raffaella Santi Casali, vittima di offese personali da parte degli attivisti de Il Cassero, in merito all’opportunità che il Comune di Bologna continui a concedere gratuitamente i locali ed a elargire contributi con denaro pubblico, e chiede pubblicamente a quale titolo i membri dell’associazione Arcigay entrino nelle scuole per educare i ragazzi nel campo affettivo e dell’identità sessuale, molto spesso con il pretesto di istruire al rispetto delle diversità e al contrasto del bullismo e delle cosiddette omofobia e transfobia, termini questi privi di definizioni scientifiche, mediche, psicologiche e anche, ultimo ma non ultimo, normative”.
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