Italia Francia e Germania “devono mettersi alla testa di un nuovo movimento che stimoli l’integrazione europea” a un livello di maggiore coesione.
Sergio Mattarella arriva a Parigi e, come gia’ aveva fatto a Berlino e Bruxelles, ricorda il ruolo dei paesi fondatori per la guida delle politiche comunitarie, politiche che hanno come fulcro non piu’ solo l’economia ma anche la sicurezza e le nuove frontiere dell’integrazione.
Il Capo dello Stato arriva all’Eliseo nel giorno piu’ nero per Francois Hollande, all’indomani della debacle alle amministrative. Un tema che durante le dichiarazioni alla stampa non viene neppure sfiorato, ovviamente. Il presidente francese prosegue sulla sua linea e mette al centro la crescita, la ripresa e la creazione di posti di lavoro. Poi spiega che l’Europa non deve fermarsi alla pur fondamentale economia, ma deve avere altri terreni sui quali fare fronte comune e, quando serve, massa critica. Parole che sono miele per Mattarella.
“Dobbiamo stimolare una politica di crescita”, sprona il Capo dello Stato, che pero’ ci tiene soprattutto a chiedere maggiore integrazione a Bruxelles. Ma lo sprint deve venire soprattutto dai tre paesi fondatori. Non basta la guida franco-tedesca per sfondare nuove frontiere di integrazione, l’Italia e’ fondamentale per dare un equilibrio e piu’ forza ala fase due dell’Unione. Una fase due che, pur tra mille difficolta’ e freni, e’ necessariamente il tema del domani. Italia e Francia, ribadiscono i due presidenti, confermano come gia’ un mese fa nel bilaterale governativo, interessi e visioni future, “un livello eccellente di relazioni”. Cosi’ come condividono nuove infrastrutture, a partire dalla Torino-Lione, e appuntamenti, da Expo alla conferenza di Parigi sul clima. Una identita’ di vedute che si e’ concretizzata a Bruxelles nei mesi scorsi nelle trattative sui bilanci, ma che e’ sfumata in alcune occasioni quando era la politica estera a farla da padrona.
Ma proprio la crisi economia, ha fatto notare Mattarella, e’ stata il banco di prova per i nuovi equilibri ed e’ stata “la dimostrazione che serve piu’ Europa, non meno Europa per il futuro dei nostri Paesi“. E, purtroppo, molti altri test sono alle viste: dalla crisi in Ucraina a quella in Libia, dal pericolo del terrorismo all’immigrazione. “Serve un comune impegno contro il terrorismo” ha ribadito il Capo dello Stato.
Un impegno che non si concluda alla fine di una marcia contro l’ennesimo attentato, ma prosegua e dia vita a “un parternariato di civilta’ internazionale” che lotti “contro l’aggressione alla civilta’ e alla cultura”. Per Mattarella “la reazione non deve essere solo militare ma deve essere culturale contro una campagna di odio e reclutamento dei giovani su internet”. E ancora in Libia si devono lasciare da parte gli egoismi nazionali per appoggiare insieme la mediazione dell’inviato Onu Bernardino Leon. Il rischio, se prosegue l’instabilita’ nel paese maghrebino, e’ che l’Isis “si insedi con basi vicine all’Europa”. E cartina di tornasole della volonta’ concreta di collaborare tutti uniti e’ il fenomeno migratorio. Al di la’ del maggiore o minore coinvolgimento diretto dei singoli Paesi, Mattarella chiede che l’Europa si faccia carico di tre fasi per affrontare il problema. “Bisogna innanzitutto avere la collaborazione dei paesi di provenienza, poi bisogna contrastare lo sfuttamento” che indirettamente finanzia il terrorismo, e infine “l’Europa dia una risposta collegiale alla richiesta di accoglienza dei migranti”.(AGI) .