Funzionavano come una vera e propria agenzia immobiliare e assegnavano case occupate di proprietà di enti pubblici ad immigrati. A capo dell’organizzazione, composta da membri di un’unica famiglia, c’era una nonna di 64 anni.
Come riporta il messaggero, la banda operava al Tuscolano ed è stata scoperta dagli agenti del locale commissariato. Per ogni abitazione veniva richiesto un compenso che oscillava dagli otto ai 20 mila euro. A capo del sodalizio una donna 64enne che, tramite una sua conoscente, impiegata al Catasto, riusciva a sapere quali erano gli appartamenti degli enti al momento liberi. In base alle richieste l’organizzazione provvedeva ad occuparli tramite l’aiuto di alcuni fabbri compiacenti.
A quanto emerso dalle indagini, in sei mesi ne avrebbero occupati e assegnati illegalmente venti. Sono sei i componenti della famiglia finiti in carcere, dieci i complici ai domiciliari, mentre l’impiegata del Catasto è stata sottoposta alla misura di divieto di dimora nel comune di Roma.
TANTO POI CI SONO GLI AVVOCATI.;!- … (???)
L’ITALIA.? E’ COME CON LE CINQUE DITA “OTTURARE TUTTI I FORI DI UN COLABRODO”- POVERA ITALIA,= … (???)