foto il tirreno
È il mondo alla rovescia. Al Cara di Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, sono gli ospiti del centro che aiutano i dipendenti della cooperativa che accoglie i richiedenti asilo. I lavoratori della struttura sono infatti senza stipendio da sei mesi. È l’incredibile storia raccontata da Il Piccolo.
Sessanta lavoratori in tutti, divisi tra operatori per l’assistenza alla persona, magazzinieri, mediatori culturali, linguistici e legali che da ottobre attendono di essere pagati, ma devono continuare a fronteggiare le spese di ogni giorno. Una situazione di difficoltà che ha innescato la solidarietà degli immigrati all’interno della struttura che nel loro piccolo hanno provato a dare il proprio contributo.
L’aneddoto di Giorgia, una dipendente della Cooperativa, è tristemente illuminante: «Un richiedente asilo, consapevole delle nostre difficoltà, ha voluto pagare le merendine che mio figlio si porta a scuola. E voleva darmi anche i soldi per un paio di pantaloni. “Mi ha detto: prenditili tu, stai peggio di me in questo momento”…».
Ma c’è chi è talmente disperato che avrebbe voluto portarsi a casa i pasti del Cara. Invece per regolamento i pasti non consumati vanno buttati «ma magari prendiamo un po’ di frutta o acqua rischiando di venire ripresi». Hanno un po’ di comprensibile pudore ma poi confessano: «Spesso quei ragazzi ci offrono del loro cibo, pasta o altro…» E per una questione di dignità non vanno oltre.