Il 18 marzo i rappresentanti delle imprese, dei sindacati, dei consumatori e delle associazioni ambientaliste internazionali hanno incontrato i deputati della commissione per il Commercio. L’obiettivo? Capire quali sarebbero i benefici del TTIP, l’accordo in fase di negoziazione tra UE e USA.
Il Commissario per il commercio Cecilia Malmström ha fornito numerosi esempi di PMI che dovrebbero guadagnare grazie al TTIP. Per esempio i calzolai spagnoli che ora pagano tariffe del 35% sulle loro esportazioni verso gli Stati Uniti o i produttori finlandesi di attrezzi per gli aeroporti che subiscono le restrizioni sulle vendite negli Stati Uniti a causa delle restrizioni in materia di appalti pubblici.
I consumatori potranno beneficiare di una più ampia scelta a prezzi più bassi, e le aziende diventeranno più competitive riducendo i costi delle importazioni, ha sottolineato il commissario Malmström.
“I lavoratori hanno bisogno di più investimenti e più commercio. Ci saranno alcuni vincitori e vinti in termini di occupazione, ma speriamo di avere un maggior numero di vincitori che perdenti ” ha dichiarato Susanne Lindberg-Elmgren, una rappresentante dei sindacati svedesi.
Jos Dings, rappresentante del gruppo ambientalista Trasporti e ambiente, ha manifestato delle preoccupazioni sull’influenza che gli Stati Uniti potrebbero avere sulla nostra legislazione.
La deputata belag Maria Arena (S&D) ha suggerito di stabilire delle valutazioni di impatto, dopo la conclusione dei negoziati e prima del voto del Parlamento europeo, in quanto gli studi attuali si basano solamente su guadagni ipotetici.
Per la deputata inglese Emma McClarkin (ECR) l’accordo è un’opportunità ambiziosa, ma è necessario valutare i rischi, nonostante i benefici superino di gran lunga i problemi.
Il deputato francese Yannick Jadot (Verdi) ricorda che degli studi recenti dimostrano fino a 600.000 posti di lavoro potrebbero andare persi. “Non c’è bisogno di ascoltare le favole del modello liberale [che creano posti di lavoro], quando abbiamo 27 milioni di disoccupati in Europa“.