Domenica 15 marzo, 4 gionri prima prima dell’irrituale mini-summit a sette (Merkel-Hollande-Tsipras-Draghi-Juncker- Tusk-Dijsselbloem) di giovedi’ scorso a Bruxelles, a margine del Consiglio Europeo, il premier ellenico Alexis Tsipras ha aveva scritto una lettera dagli impliciti toni ricattatori al cancelliere tedesco Angela Merkel, ma in realta’ rivolta a tutti i 18 partner dell’Eurozona.
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Nel testo, ottenuto dal Financial Times, Tsipras ha avvertito senza mezzi termini che sara “impossibile” per Atene pagare le prossime tranche del debito accumulato verso la troika (Bce-Ue-Fmi) se Bruxelles non avesse fornito nel breve periodo assistenza economica.
Esattamente cio’ il giorno dopo Tsipras ottenne con l’impegno di due miliardi di euro di fondi per lo sviluppo Ue stanziati ma non spesi da parte del presidente della Commissione Juncker. Il tutto in cambio dell’impegno di Atene a fornire in tempi brevi una nuova lista “completa e dettagliata” delle riforme cui Atene si era impegnata all’Eurogruppo del 20 febbraio scorso, quando gli vennero garantiti altri 4 mesi di ossigeno con un’ulteriore tranche di prestito da 7,2 miliardi di euro
“Visto che la Grecia non ha accesso al mercato del debito (cosa di cui nel testo Tsipras incolpa la Bce di Draghi, ndr), e visti i picchi (raggiunti) dai nostri obblighi per i pagamenti del debito in primavera ed estate…dovrebbe essere chiaro che le restrizioni imposte dalla Bce al nostro accesso al mercato, combinate ai ritardi nella concessione di nuovi aiuti, renderebbe impossibile per qualsiasi governo di onorare il suo debito”, scrisse Tsipras alla vigilia della decisiva riunione di giovedi’. Ma ancora piu’ esplicitamente Tsipras aggiunse: “Con questa lettera le (Merkel) sto evidenziando che il problema di non consentire un piccolo flusso di denaro di una certa ‘inerzia istituzionale’, si potrebbe trasformare in una grosso problema non solo per la Grecia ma anche per l’Europa”
Nella lettera di 5 pagine scritta alla Merkel, il leader Ue piu’ forte ed in prima linea dall’inizio nella gestione (tutt’altro che efficace) del debito greco, Tsipras critica ripetutamente l’atteggiamo ostruzionistico – secondo lui – della Bce di Mario Draghi che ha stretto i rubinetti dei finanziamenti e conclude: “Atene e’ impegnata a rispettare i suoi obblighi in buona fede e in stretta collaborazione con i suoi partnetr” ma il mancato ottenimento di fondi a breve termine potrebbe causare a problemi ancora piu’ grossi.
In sintesi, nella lettera, Tsipras ha intimato a Merkel che, senza alcun nuovo aiuto (i 2 miliardi ottenuti il gionro dopo dall’Ue) il suo governo sarebbe stato obbligato a scegliere tra l’onorare le rate del debito in scadenza, principalmente con l’Fmi, o continuare a pagare stipendi e salari, la stessa ragion d’essere del suo governo, viste le promesse politiche fatte prima del voto. Il premier ellenico ha imputato il nuovo avvitamento della crisi, che avrebbe portato Atene al default, alla Bce, per aver imposto limiti alla capacita’ di Atene di emettere titoli a breve termine e al rifiuto delle autorita’ dell’Eurozona a concedere aiuti prima che la Grecia adotti nuove riforme economiche.
Atene avrebbe gia’ problemi – scrive il Ft – a pagare pensioni e salari ora a fine mese (ha appena onorato una rata da 340 milioni di euro con l’Fmi ma in totale sborsera’ entro il 31 marzo 1,5 miliardi) e potrebbe trovarsi con le casse vuote entro la fine di aprile. agi