Sono 4 gli italiani morti nell’ attacco a Tunisi e 5 feriti lievi: lo riferiscono all’ANSA fonti qualificate dell’ambasciata italiana a Tunisi. Le informazioni sono arrivate dalle autorità tunisine. Il bilancio tuttavia “è ancora provvisorio”, perché è in corso il riconoscimento delle vittime e le autorità tunisine non hanno ancora comunicato le generalità di tutti i morti. Alcuni di essi sarebbero stati riconosciuti dai familiari direttamente sul luogo dell’attentato.
Al momento dell’attacco, nel luogo della sparatoria erano in circolazione tre bus turistici con i partecipanti alla crociera sulle navi Costa Fascinosa e Msc Splendida. Tra loro, un gruppo di dipendenti del Comune di Torino. Gran parte degli italiani coinvolti – e tutte e quattro le vittime, si è saputo in serata – facevano parte del gruppo appena sbarcato dalla nave Costa. Il bilancio di quattro morti, già drammatico, poteva essere ancora più pesante: la Farnesina ha fatto sapere infatti che durante l’operazione sono stati messi in salvo cento connazionali. “L’Italia non si farà intimorire”, ha assicurato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha parlato di “inaudita violenza”.
L’Isis ha espresso il suo plauso per l’attacco, ma non una piena rivendicazione. Due degli attentatori, entrambi di nazionalità tunisina, sono morti, mentre tre membri del commando sarebbero riusciti a fuggire. In serata due sospetti sono stati arrestati. Gli altri morti sono due tunisini, tra cui un agente di polizia, e, oltre agli italiani, polacchi, tedeschi, spagnoli, colombiani.
La Tunisia, nonostante le piccole dimensioni, è uno dei maggiori ‘fornitori’ di combattenti stranieri dell’Isis sul fronte siriano ed iracheno, 3.000 secondo alcune indagini. E uno degli attentatori, scomparso tre mesi fa, aveva chiamato i genitori proprio con una sim irachena. In serata avenue Bourghiba, il luogo simbolo delle manifestazioni della rivoluzione dei Gelsomini, si è riempita di tunisini con bandiere al vento scesi in strada contro il terrore: “La Tunisia è libera, fuori il terrorismo”, scandiva la gente. Mentre il video dei deputati blindati nel Parlamento durante l’attacco che cantavano a squarciagola l’inno nazionale faceva già il giro del web. Sono le immagini di un Paese che non si vuole arrendere. ansa