Dieci bar aziendali della Rai, inclusi gli storici punti di ristoro di Saxa Rubra e via Teulada, erano in mano a Mafia Capitale.
Come scrive l’espresso, per i pm romani, l’organizzazione di Massimo Carminati è riuscita a mettere le mani sull’affare grazie a Giuseppe Ietto, imprenditore di origine calabrese finito in manette e con l’intero patrimonio sotto sequestro perché sospettato di amministrare gli interessi di Mafia Capitale nella ristorazione.
Secondo i Ros, le sue tre società – Unibar, Unibar 2 e Venti punto dodici – erano al centro del giro di fatturazioni false che permetteva al clan guidato da Carminati di ripulire regolarmente enormi quantità di denaro; ma sono servite, anche, per fornire un impiego alla sorella di Carminati quando il boss ne ha fatto richiesta.
Assieme a Carminati stesso, Ietto gestiva anche la fornitura dei pasti presso le strutture di accoglienza per minori stranieri e progettava di mettere le mani sia sul centro cottura dell’ala femminile del carcere di Rebibbia, sia sul bar di un centro sportivo all’Olgiata.