Benedizioni pasquali negate, furia laicista che intende recidere le radici cristiane

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Secondo quanto appreso dalla stampa, la preside dell’Istituto comprensivo di Casalguidi nella vicenda della mancata benedizione al Polo Scolastico si è difesa sostenendo che le normative vigenti vieterebbero i riti religiosi a scuola. Desidero a tal proposito fare opportune precisazioni.

Premesso che ormai gli organi e gli enti istituzionali in Italia non si appellano al principio di laicità, come davvero dovrebbero, ma solo alla mentalità laicista (altra cosa!), che intende recidere le radici cristiane della nostra cultura portandoci allo sfacelo, occorre ricordare che quanto sostenuto dalla dirigente non è affatto vero nel caso delle benedizioni. La dott.ssa Maffei dovrebbe essere a conoscenza di una Circolare Ministeriale del 13 febbraio 1992, la quale ammette la possibilità di far rientrare, su iniziativa e deliberazione conforme degli organi collegiali dei singoli istituti, eventuali atti di culto (la celebrazione di una messa di inizio anno scolastico e le benedizioni pasquali) nell’ambito delle iniziative culturali extrascolastiche (che come ogni docente sa si possono svolgere in orario curricolare o meno, benché fuori dalla programmazione scolastica) di cui al D.P.R. n. 416/1974. La Circolare è stata confermata nella sua legittimità con i pareri numero 391 e 392 del Consiglio di Stato in data 26.3.1993. È stata impugnata due volte davanti al TAR dell’Emilia Romagna, ma non è stata né annullata né ritirata; i pronunciamenti del TAR dell’Emilia Romagna sono stati ribaltati dalla sentenza 3635 del 2007 del TAR del Veneto, che anche i COBAS sembrano dimenticare. Ciò significa che alcuni atti di culto in locali scolastici, anche se non rientrano nella programmazione, sono possibili su delibera del consiglio di circolo o di istituto, secondo le modalità di utilizzo dei locali previste da tali organi.

La preside dunque non si nasconda dietro al paravento del rispetto della legge, ma abbia il coraggio di dire la verità; non è la normativa che ha impedito la benedizione della scuola e degli alunni nella forma tradizionale in orario curricolare, bensì la deliberazione all’unanimità del Consiglio d’Istituto (di cui d’ufficio fa parte anche lei), il quale ha volontariamente piegato la testa a quella cultura relativistica – sprezzante nei confronti della Chiesa e ormai dilagante anche in ambiente scolastico- che in nome della tolleranza e della democrazia riconosce la libertà religiosa e il diritto di pensiero a tutti, fuorché ai cattolici e a chi ancora si riconosce nella tradizione culturale cristiana.

Elena Bardelli Consigliere comunale FdI-AN, Serravalle Pistoies