Arrestato egiziano: frustava il figlio con cavi elettici e lo appendeva per ore a testa in giu’

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Torture e violenze che ricordano quelle perpetrate dai marines Usa ai prigionieri del carcere iracheno di Abu Ghraib: botte, frustate con i fili elettrici, sospensioni a testa in giù.

Soprusi – dettaglio raccapricciante – inferti a un ragazzino di appena undici anni.

La storia arriva da Uboldo, nel Varesotto, dove è stata rilanciata dal sito locale Varese News. Un quarantasettenne di origini egiziane è stato arrestato per ordine del giudice per le indagini preliminare Nicoletta Guerrero, al termine di un’indagine coordinata dal pubblico ministero Rosaria Stagnaro con la squadra mobile della polizia.

Tutto è nato dai racconti che il bimbo avrebbe fatto alle insegnanti della sua scuola, ad Uboldo. Ma i dettagli ricostruiti dagli inquirenti sarebbero davvero raccapriccianti: il bimbo sarebbe stato frustato sotto la pianta dei piedi con dei fili elettrici, e picchiato a più riprese. Inoltre il padre lo avrebbe appeso a testa in giù, per ore, ad una scala pieghevole. Molto spesso queste violenze erano oltretutto inferte per futili motivi: una volta il bimbo si sarebbe rifiutato di andare a scuola con un certo paio di pantaloni e il padre lo avrebbe appeso a testa in giù ad una scala per sette ore consecutive.

Il genitore verrà interrogato già questa mattina: davanti ai magistrati dovrà rispondere dell’accusa di maltrattamenti in famiglia. il giornale