Isis, Copasir: non mandare più in onda né rilanciare video o tweet dei terroristi

militari usa addestrano miliziani (non soldati)
militari usa addestrano miliziani (non soldati)

 

Isis, i servizi segreti italiani ‘ci’ arruolano: “Chi ha un pc è in guerra”. La guerra al terrorismo si combatte (anche) sul web: “Ogni cittadino che usa internet deve diventare un hacker patriottico”.

E’ questo l’appello del vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito, lanciato in un’intervista al settimanale Panorama.

“Serve – ha detto Esposito – una risposta asimmetrica con l’hashtag #noncybercrisis: non mandare più in onda né rilanciare video o tweet dei terroristi. Si può diventare hacker patriottici non cliccando ‘mi piace’ su una foto o un video dell’Isis, non rilanciare un loro tweet perchè significa rilanciare anche le paure ancestrali che i terroristi vorrebbero suscitare in noi. Loro vogliono utilizzare le nostre paure per portare l’Occidente a scatenare una guerra santa“. Al Copasir forse sfugge, ma sarà certamente solo una distrazione, che la guerra santa contro di noi è già partita da un pezzo.

miliziani nelle tende USAID
miliziani nelle tende USAID

I giovani sono i più a rischio. Le tre adolescenti scomparse per andare con l’Isis sono state attratte perché non conoscono la Siria o l’Iraq. Dalla Slovenia sono partiti una ventina di ragazzini dai 12 ai 17 anni. Ecco perché lancio un altro hashtag: babyterroristi. Va integrato lo statuto della Corte penale internazionale che protegge i bambini-soldato, ma non quelli arruolati come terroristi.

LA SITUAZIONE – Il deputato iracheno Qasim Al-Araji ha detto al parlamento  che il suo gruppo, l’Organizzazione Badr, è in possesso di prove documentate che il governo degli Stati Uniti sta fornendo il sedicente Stato Islamico con armi e aiuti militari. Si allunga quindi la già lunga fila di persone che accusano gli USA di fornire aiuti e armi all’Isis. Orami è una voce plebiscitaria. “ISIS è l’esercito segreto degli Stati Uniti”

Ora che pare certo il coinvolgimento degli USA nella barbarie dell’Isis, il Copasir chiede di tacere.

isil-obama

La furia devastatrice dei jihadisti dello Stato Islamico (Isis) non si ferma: secondo testimoni oculari citati dalla tv satellitare curda “Rudaw”, gli uomini del califfo Abu Bakr al Baghdadi avrebbero “raso al suolo con le ruspe” l’antica città assira di Nimrud che si trova a sud est dell’attuale città di Mosul nel Nord dell’Iraq.
“Elementi del califfato portandosi dietro grandi mezzi meccanici hanno distrutto i monumenti e le rovine della città archelogica di Nimrud”, ha riferito un testimone all’emittente curda.

Intanto Isis si sta rafforzando. “Non ci sono dubbi che i gruppi terroristici come l’Isis giocano sulle divisioni politiche in Libia per rafforzare la propria presenza sul terreno”: lo ha detto l’inviato speciale Onu in Libia, Bernardino Leon, intervenendo al Consiglio di Sicurezza. “La situazione nel Paese si sta deteriorando rapidamente, la Libia non può più affrontare una crisi politica”, ha aggiunto.

“I leader del Paese devono agire velocemente”, ha proseguito Leon, precisando che “saranno necessari compromessi e decisioni difficili“. L’inviato Onu ha poi sottolineato che se le parti arriveranno alla conclusione di un accordo politico, “il sostegno della comunità internazionale sarà fondamentale per la sua attuazione”.

Distrutti pozzi di petrolio in Libia – L’Isis in Libia ha bersagliato i campi petroliferi di Al Bahi e Al Mabrouk, danneggiandoli “in ampia misura”. Lo riferiscono fonti libiche citando il portavoce del corpo militare di guardia alle installazioni, Ali Al Hassi, senza precisare con che tipo di armi pesanti siano stati attaccati. Danneggiato anche l’oleodotto che li collega e il terminal petrolifero di Sidra, il maggiore del paese. L’informazione risale a ieri sera, quando i “campi” venivano descritti come ancora in fiamme.

La Libia continua a chiedere alla comunita’ internazionale di intervenire nel Paese.

Grazie all’inerzia dell’Onu e della UE, Isis sta massacrando centinaia di innocenti   –   Grazie al “e chi se ne frega” dell’Onu, della UE e della Nato, l’Isis sta massacrando centinai di innocenti. Uomini di chiesa, pacifisti e “dialoganti”, sono convinti che la religione islamica sia una “normale” religione con cui discutere e dialogare. Commentatori, analisti e lo stesso Papa Francesco, si fanno in quattro per far credere all’opinione pubblica che i cosiddetti integralisti nulla hanno a che spartire con la religione di Maometto. Falso.

Nel frattempo la mancanza di intelligence USA si accorge (con troppo ritardo) che per la Turchia la lotta a Isis non è una priorità

Dopo che i giornali di mezzo mondo, noi compresi, denunciano da tempo il comportamento ambiguo della Turchia nei confronti dell’Isis, anche l‘intelligence americana si è decisa, con notevole e sospetto ritardo, a rilasciare dichiarazioni in tal senso

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“Perché la Nato finge di non vedere i legami tra Isis e Turchia?”

La Turchia non considera una sua priorità la lotta contro lo Stato islamico (Isis) e questo permette ai jihadisti di muoversi liberamente verso la Siria. L’accusa è arrivata da James Clapper, il capo dell’intelligence Usa, che ha parlato di fronte alla commissione difesa del Senato degli Stati uniti.