Dall’Antitrust arriva lo STOP ai servizi a pagamento non richiesti. È ormai da mesi che molti consumatori si rivolgono giornalmente alla coordinamento istituito tra la Confconsumatori – Federazione Provinciale di Brindisi e l’Associazione Nazionale Dalla Parte del Consumatore denunziando l’attivazione di servizi non richiesti da parte di alcuni gestori telefonici.
Le fattispecie esaminate dal Coordinamento sono diverse e vanno da chi si ritrova abbonato ad un servizio a pagamento attivato mentre navigava o giocava con lo smartphone a chi dichiara di avere scoperto troppo tardi di avere superato le soglie previste dal proprio piano tariffario navigando su contenuti a pagamento non segnalati.
Ci sono poi i casi di coloro che ricevono sms con contenuti a pagamento pur non avendone mai fatto richiesta. Per mettere fine a tali comportamenti lesivi dei diritti dei consumatori è intervenuta l’Antitrust comminando una multa esemplare ad alcuni tra i principali gestori telefonici, stabilendo che “gli operatori traggono uno specifico vantaggio economico dalla commercializzazione dei servizi premium, in quanto condividono con i fornitori i ricavi dei servizi erogati, trattenendone una elevata percentuale. E inoltre si sono dimostrati consapevoli circa la sussistenza di attivazioni e addebiti relativi a servizi non richiesti da parte dei propri clienti mobili”.
Secondo l’Antitrust, quindi, alcuni gestori hanno posto in essere una pratica commerciale scorretta ai danni dei consumatori “Come associazione siamo molto soddisfatti del provvedimento dell’Antitrust – afferma l’avv. Emilio Graziuso, componente del Consiglio Direttivo Nazionale della Confconsumatori – E’ da tempo, infatti, che abbiamo sollevato il problema dei servizi a pagamento non richiesti e molti casi di singoli utenti sono stati risolti attraverso la procedura di conciliazione.
A seguito del provvedimento dell’Antitrust speriamo che i gestori multati modifichino il loro approccio nei confronti dei consumatori e, di conseguenza, provvedano al rimborso delle somme percepite attraverso le pratiche commerciali oggetto di censura da parte dell’Autorità Garante, evitando, così, all’utente di promuovere procedure stragiudiziali e giudiziali per ottenere la restituzione del maltolto”.
Confconsumatori Brindisi