Infiltrazione islamista nei Balcani. UE dormiente…

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L’Unione Europea si è accorta di quanto diffusa e pericolosa sia l’infiltrazione islamista nei Balcani, cioè in Paesi che risultano prossimi all’desione?”: è quanto si domanda l’On.Borghezio con un’interrogazione che prende lo spunto dalla “Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza – 2014” dei Servizi Segreti italiani, presentata nei giorni scorsi al Parlamento italiano e realizzata con il contributo dell’intelligence nazionale, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE) e l’Agenzia informazioni e sicurezza interna (AISI).

“Da questa relazione si evince che l’area dei Paesi dei Balcani (Albania, Bosnia-Erzegovina, FYROM, Montenegro e Serbia – area del Sangiaccato) si conferma nodale per il radicalismo di matrice islamica, in virtù dell’attivismo di soggetti e di gruppi estremisti e di orientamento salafita, sempre più coinvolti nel reclutamento e nel trasferimento di jihadisti in territorio siriano e iracheno” scrive Borghezio.

“Specie in Kosovo, al di là dell’approccio radicale predicato da taluni imam, l’idea del jihad sembra allignare soprattutto in alcune aree meridionali del Paese, dove il diffuso disagio socio-economico accentua la permeabilità, specie tra i più giovani, all’azione di proselitismo di impronta salafita”.

L’On. Borghezio pone quindi alla Commissione due quesiti:

“La Commissione Europea, nella sua comunicazione sulla ‘Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2014-2015’, non affronta questa problematica. Può spiegare il motivo di queste importanti omissioni nella sua relazione?

Quali misure intende adottare la Commissione per affrontare l’espansione del radicalismo di matrice islamica in Europa, visto che i Paesi sopra citati hanno compiuto, secondo la Commissione, notevoli passi avanti per l’adesione all’UE?”