“Non ci sono dubbi che i gruppi terroristici come l’Isis giocano sulle divisioni politiche in Libia per rafforzare la propria presenza sul terreno”: lo ha detto l’inviato speciale Onu in Libia, Bernardino Leon, intervenendo al Consiglio di Sicurezza. “La situazione nel Paese si sta deteriorando rapidamente, la Libia non può più affrontare una crisi politica”, ha aggiunto.
“I leader del Paese devono agire velocemente”, ha proseguito Leon, precisando che “saranno necessari compromessi e decisioni difficili“. L’inviato Onu ha poi sottolineato che se le parti arriveranno alla conclusione di un accordo politico, “il sostegno della comunità internazionale sarà fondamentale per la sua attuazione”.
COMPROMESSI ?
[box] Libia, Tripoli in mano alle milizie islamiche “issare le bandiere della Sharia”
Il PRIMO SETTEMBRE i jihasti di Ansar al Sharia hanno dichiarato che il nuovo Consiglio dei rivoluzionari di Tripoli, che aveva annunciato la volontà di creare uno stato democratico, “viola i principi dell’Islam”. “Ci siamo rivoltati contro Gheddafi e ora Haftar per issare le bandiere della Sharia – hanno affermato.
Il governo libico dimissionario, rifugiato nell’est del paese, ha riconosciuto che le milizie ribelli controllano le sedi dei principali ministeri e dei servizi pubblici della capitale Tripoli. In concreto, in un paese ormai piombato nell’anarchia, il potere di fatto è nelle mani delle milizie che se ne infischiano del governo inclusivo.
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Secondo Leon, un’intesa tra Tripoli e Tobruk su come fronteggiare insieme la minaccia dell’Isis in Libia “non è mai stata così vicina in questi ultimi 7-8 mesi”. Scambiando alcune battute per telefono con l’ANSA dopo il suo intervento per videoconferenza al Consiglio di Sicurezza, Leon ha precisato che l’ipotesi di una intesa “è seria e possibile, ed è per questo che teniamo domani una riunione in Marocco alla presenza dei rappresentanti delle due fazioni libiche. (ANSAmed).