Russia: ucciso a Mosca in un agguato il capo dell’opposizione, amico di McCain

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Il leader dell’opposizione in Russia Boris Nemtsov e’ stato assassinato a colpi di pistola nel centro di Mosca. Nemtsov, oppositore del presidente Vladimir Putin, e’ stato avvicinato da un’auto mentre passeggiava e freddato, probabilmente da un uomo, senza pietà. Con lui c’era una giovane donna, probabilmente una modella ucraina 23enne.

Nemtsov, 55 anni, era stato il vice primo ministro ai tempi della presidenza di Boris Eltsin ed è tra i fondatori di Sojuz Pravych Sil, il partito che ha messo insieme movimenti e organizzazioni politiche dell’area liberale, ma riscuotendo pochissimo successo. Nella capitale russa è scattata la caccia agli assassini.

Putin stesso si è affrettato a condannare il delitto come «un crudele assassinio», ma ha parlato anche di «provocazione», annunciando una immediata consultazione con i vertici della sicurezza e il suo «diretto controllo» sulle indagini.

Putin ha l’ 86% del consenso del popolo russo. Nemtsov quindi non si poteva chiamare neanche oppositore, nè avrebbe mai potuto fare concorrenza a Putin, che non trae alcun tornaconto dalla sua morte.

Chiediamoci a chi giova questo omicidio. A Putin non di certo; piuttosto fa il gioco dei suoi nemici, soprattutto stranieri, che usano i loro soliti metodi criminali ormai in modo sfacciato.

Qualche tempo fa Nemtsov aveva scritto sul suo blog di temere che Putin volesse ucciderlo. Ne era talmente (poco)  convinto che passeggiava per Mosca a tarda sera, senza alcuna protezione.

John Kerry ha avuto il coraggio di dire: “Sono scioccato e rattristato per il brutale assassinio di Boris Nemtsov”.

La prima gallina che canta ha fatto l’uovo. Obama, come se Putin fosse già decaduto dal potere a causa di questo omicidio,  comincia già a dare ordini: la Russia deve indagare sulla morte di Boris Nemtsov‬. (nella foto con l’immancabile senatore Mccain)

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