Da Baghdad, fonti della commissione nazionale per il patrimonio culturale hanno detto che parte dei reperti del museo di Mosul distrutti nel video diffuso ieri dall’Isis erano copie e che gli originali sono custoditi al Museo iracheno della capitale o all’estero. Altri pezzi erano invece originali, ma le autorità non precisano la loro quantità.
La direttrice generale dell’Unesco, Irina Bokova, si è rivolta alla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aia dopo la distruzione da parte dell’Isis di reperti distrutti che ha suscitato una ondata di indignazione nel mondo intero. “Attendiamo una reazione della Corte penale internazionale, è molto importante perché mobiliterà una gran parte della comunità internazionale”, ha dichiarato Bokova a dei giornalisti a Parigi.
Quello che accade in Iraq “è una pulizia culturale, (stanno massacrando migliaia di persone, la chiamano “pulizia culturale”?) “una distruzione illecita del patrimonio che colpisce le identità delle diverse comunità che vivono in Iraq”, ha detto ancora Irina Bokova, che ieri ha chiesto una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla questione. “Questa tragedia non ha solo una valenza culturale ma anche di sicurezza” perché si tratta di “una strategia del terrore per destabilizzare e manipolare la popolazione”, ha concluso la direttrice dell’Unesco.
L’Isis ieri ha distrutto numerose statue, fregi e altri oggetti d’arte pre-islamici esposti nel Museo di Mosul, documentando lo scempio in un video di cinque minuti diffuso su alcuni siti web islamici. (con fonte Afp)