“Quando Berlusconi era Berlusconi” lezioni per realizzare il vero sogno italiano

di Gigi Moncalvo

moncalvo-berluIl mio libro – oltre a cercare di far capire se era meglio il Berlusconi di ieri o quello di questi ultimi anni (con la ovvia conclusione che sarebbe stato meglio per l’Italia se egli avesse continuato a fare l’imprenditore lasciando perdere la politica) – aiuta a rispondere ad alcuni interrogativi.

Il più importante dei quali si può sintetizzare così: Matteo Renzi è stato davvero “clonato” dal Cavaliere? E’ una sua “invenzione”, una sua “creatura”, la migliore, la più geniale, la più perfetta che sia mai stata studiata, progettata, plasmata, messa a punto nella villa di Arcore? Addirittura – come qualcuno incautamente azzarda – Renzi figura nientemeno che nel “libro paga” di Berlusconi, in senso metaforico s’intende, come se fosse un suo “dipendente”, chiamato a realizzare, sottobanco e sopra il banco, la sua volontà, ad esaudire i suoi desideri e le sue richieste, a fare i suoi interessi e a prolungarne l’esistenza politica?

A giudicare dallo spazio e dall’atteggiamento entusiastico che Tv e giornali di casa Berlusconi hanno dedicato e dedicano a Renzi, fin da quando è comparso in scena, le risposte sembrano facili.

Basta leggere ogni settimana certi servizi del settimanale “Chi”, l’house organ che consente di capire quali sono i personaggi graditi ad Arcore (ad esempio, i servizi sulla famiglia del premier, la fedeltà alla moglie Agnese, il periodo nei boy-scout, il suo impegno cattolico, la sua maestra alle elementari, il padre spirituale). O rivedere certi servizi dei TG Mediaset e del “Giornale” (ivi compresi i silenzi su notizie sgradite come i guai giudiziari del papà del premier, definiti da Alessandro Sallusti – pensa te – “macchina del fango”).

Fino ad arrivare alle ripetute “beatififcazioni” con lunghe interviste in ginocchio nelle ore di massimo ascolto da parte delle due “regine” tv che lo stesso Berlusconi considera le più efficaci e convincenti per arrivare alla gente comune: Barbara d’Urso, in primis, e Maria Costanzo, nata De Filippi. Non solo ma Berlusconi è stato più volte il primo “sponsor” e “padre spirituale” di Renzi. Testimoni oculari – come Viviana Beccalossi, ex deputata del Pdl – hanno raccontato in Tv (“Piazzapulita” di Corrado Formigli, 20 ottobre 2014) che il Cavaliere per lungo tempo ha ripetuto in molte riunioni di partito: “Renzi ha tutti i numeri per essere il Berlusconi del Terzo Millennio!”. Notare che non ha parlato del “Berlusconi del XXI secolo”, dato che la sua unità di misura temporale è abitualmente il millennio…

Renzi, dunque, è considerato perfino dal diretto interessato – che, evidentemente, conosce se stesso meglio di chiunque altro – il “Berlusconi del Terzo Millennio”. Non ci sono dubbi che “Pittibimbo” – come lo chiama il seguitissimo “Dagospia” – sia quanto di meglio Berlusconi potesse desiderare o sperare, nel momento in cui ha cominciato a profilarsi il suo declino, politico, umano e personale.

Chi avrebbe potuto immaginare immaginare che proprio il segretario del PD – cioè il capo dei (presunti) eredi del vecchio Partito Comunista tanto inviso a Berlusconi – avrebbe rimesso in gioco il Cavaliere, lo avrebbe riportato in scena da protagonista, avrebbe accettato il suo appoggio e i voti determinanti di Forza Italia per tenere in piedi il proprio governo?

Chi avrebbe osato pensare che Berlusconi sarebbe entrato nella sede del PD accolto con tutti gli onori e gli sarebbe stato consentito di stipulare accordi segreti o patti come quello del Nazareno o come quelli successivi?

Chi avrebbe mai immaginato che sarebbe stato proprio il “numero 1” dell’ex-Bottegone a “sdoganare” Berlusconi dopo la condanna e a rimetterlo in gioco dopo che si era già incamminato lungo il viale del tramonto con Dudù al guinzaglio e Francesca Pascale al suo fianco, tanto per far venire l’ora di cena in attesa dell’arrivo di Vladimir Luxuria, il/la nuovo/a frequentatore/frequentatrice di Arcore? Chi avrebbe potuto prevedere che, mentre si stava facendo il vuoto intorno al Cavaliere e il Pdl stava crollando, arrivasse un insperato salvataggio proprio da chi avrebbe dovuto essere il suo primo avversario politico?