“Le sue prime parole ed i suoi primi gesti lo hanno gia’ distinto dai suoi omologhi europei”; “conforta vedere che c’e’ almeno un Paese in Europa che ha la volonta’ di affrontare i maggiori problemi del nostro tempo”: si apre e si chiude con queste parole un lungo elogio che il Wall Street Journal dedica a Sergio Mattarella, a firma di un columnist storico del giornale come Michael Ledeen.
Dietro Renzi anche Michael Ledeen, consulente strategico per Cia e Casa Bianca
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Quando negli anni Ottanta Michael Ledeen varcava l’ingresso del dipartimento di Stato, al numero 2401 di E Street, chiunque avesse dimestichezza con il potere di Washington sapeva che si trattava di una finta. Quello, per lo storico di Los Angeles, rappresentava solo un impiego di facciata, per nascondere il suo reale lavoro: consulente strategico per la Cia e per la Casa Bianca.
Ledeen è stato la mente della strategia aggressiva nella Guerra Fredda di Ronald Reagan, è stato la mente degli squadroni della morte in Nicaragua, è stato consulente del Sismi negli anni della Strategia della tensione, è stato una delle menti della guerra al terrore promossa dall’Amministrazione Bush, oltre che teorico della guerra all’Iraq e della potenziale guerra all’Iran, è stato uno dei consulenti del ministero degli Esteri israeliano.
Oggi Michael Ledeen è una delle menti della politica estera del segretario del Partito democratico Matteo Renzi. Forse è stato anche per garantirsi la futura collaborazione di Ledeen che l’allora presidente della Provincia di Firenze si è recato nel 2007 al dipartimento di Stato Usa per un inspiegabile tour. Non è un caso che il segretario di Stato Usa John Kerry abbia più volte espresso giudizi favorevoli nei confronti di Renzi. Michael Ledeen, una delle anime nere della destra repubblicana negli Usa, è uno dei consiglieri di Renzi. Ma sono principalmente i neocon ad appoggiare Renzi dagli Stati Uniti.
Secondo il “New York Post”, ammiratori del sindaco di Firenze sarebbero gli ambienti della destra repubblicana, legati alle lobby pro Israele e pro Arabia Saudita, con cui si trova bene con la sinistra italiana, da sempre. In questa direzione vanno anche il guru economico di Renzi, Yoram Gutgeld, e il suo principale consulente politico, Marco Carrai, entrambi molti vicini a Israele. Carrai ha addirittura propri interessi in Israele, dove si occupa di venture capital e nuove tecnologie.
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L’Italia ” ha avuto per lungo tempo un ruolo guida sul piano politico e culturale sul resto del Continente” ed il Capo dello Stato, rileva Ledeen, “ha un passato politico nel solco della tradizione, provenendo dalla corrente di sinistra dell’ormai scomparsa Democrazia Cristiana. Ma nulla della sua biografia avrebbe fatto presagire che il nuovo presidente avrebbe reso tanto rapidamente un pubblico omaggio agli ebrei italiani“.
Inoltre “Mattarella ha pronunciato un discorso nel quale ha esortato la comunita’ internazionale a ‘mettere in campo tutte le risorse’ nella lotta al terrorismo”, in cui ha citato esplicitamente il nome di Stefano Tache’. “E’ difficile immaginare un altro Capo di stato che pronuncia un simile discorso”, prosegue il Wall Street Journal, “le parole del Presidente Mattarella riflettono senza dubbio anche i sentimenti del primo ministro italiano, Matteo Renzi, un cattolico che ha molto aiutato la comunita’ ebraica di Firenze quando era sindaco della citta’”. Ora “le iniziative italiane segnalano la presenza di forze del cambiamento che e’ difficile vedere altrove”, continua l’analisi del quotidiano americano.
“I 35.000 ebrei italiani, una comunita’ numericamente esigua rispetto al mezzo milione di ebrei francesi, sono decisamente piu’ sicuri rispetto ai correligionari di Francia ed Inghilterra. Non vi e’ mai stato un movimento antisemita di massa, in Italia, in parte anche grazie alla presenza di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e oggi Francesco, che hanno sempre sostenuto gli ebrei”.
Ma “non e’ soltanto per il trattamento degli ebrei che l’Italia si sta dimostrando diversa dal resto d’Europa”, continua il Wall Street Journal, “l’Italia e’ stata generosa anche nel sostenere le attivita’ antiterrorismo in Medioriente, in particolare a fianco dei curdi nella guerra all’Isis”.
Questo mentre “tedeschi e francesi continuano a cedere di fronte all’avventurismo russo in Ucraina”. Da parte loro, semmai, “i jet italiani lo scorso gennaio hanno intercettato aerei russi nell’Europa del Nord s li hanno scortati fuori dei cieli dell’Unione Europea”.(AGI) .