C’è anche una donna italiana che ha fatto sposare la figlia di 23 anni con un marocchino e poi ha contratto a sua volta un matrimonio con un altro nordafricano, tra le persone coinvolte nell’inchiesta che ha portato all’esecuzione di 23 misure cautelari nei confronti degli appartenenti a un gruppo che si occupava di spaccio di droga e dell’organizzazione di ‘nozze fittizie’ tra italiane e stranieri. E’ uno dei dettagli emersi dall’indagine condotta dai carabinieri di Busto Arsizio (Varese).
I matrimoni fittizi (sono 33 i casi accertati dal 2013) costavano agli ‘sposi’, quasi tutti pregiudicati che cercavano di ottenere un regolare permesso di soggiorno per poi trasferirsi in Italia, fino a 12mila euro.
In cambio del denaro l’organizzazione si occupava della preparazione dei documenti, della cerimonia nuziale in Italia o in Marocco e anche del banchetto con alcuni finti invitati, per dare una parvenza di regolarità. Mettevano a disposizione, inoltre, alcuni appartamenti dove la coppia andava a vivere una volta celebrato il matrimonio, per poi separarsi dopo pochi mesi.
Le donne italiane, nella maggior parte dei casi tossicodipendenti con grossi problemi economici, venivano pagate dall’organizzazione circa tremila euro in cambio della loro disponibilità a sposarsi con cittadini marocchini. Per ogni matrimonio fittizio, secondo quanto è emerso dalle indagini, il gruppo riusciva a guadagnare fino a cinquemila euro.
Oltre alla madre che ha fatto sposare la figlia in cambio di denaro, è emerso anche il caso di un uomo che ha convinto la fidanzata a contrarre un matrimonio con un marocchino. ansa
Finalmente qualche buona notizia 23 arresti, ma ci resteranno o è solo fittizio l’arresto c’è la certezza della pena questo gli Italiani onesti vogliono!