Da parte dell’Italia “forse e’ mancato un certo dialogo con il Paese e con l’Islam in particolare”. Ad affermarlo ai microfoni della Radio Vaticana e’ il vescovo francescano Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, deciso a restare al suo posto per non abbandonare i fedeli cattolici: “un gruppetto di filippini”, perche’ “sono andati via tutti gli italiani”. “Se ci sono pericoli non lo so.
Comunque, di italiani non c’e’ piu’ nessuno”, ha risposto il presule ad una domanda dell’emittente del Papa. “Lei personalmente ha paura?”, ha chiesto Radio Vaticana a monsignor Martinelli, che ha risposto: “Non lo so. Non credo.
Se non ci fosse la fede, non saremmo qui”. Noi francescani di Tripoli, ha precisato, “siamo qui, proprio per essere testimoni di quello che Gesu’ ci dice di fare. E basta”.
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Gli jihadisti, ha confermato, “sono gia’ a Tripoli. Magari un momento o l’altro ci prendono e dicono: ‘Tu sei contro l’Islam’ … e basta. Siamo in una situazione di ambiguita’.
Ecco, questo e’ per mancanza di dialogo: e’ mancato il dialogo per tanto tempo, adesso bisogna recuperare il tempo”. Secondo il vicario di Tripoli, “davanti a questa situazione, e’ tutto da rifare. Tutto da rifare”. Per monsignor Martinelli, forse come Italia, paese profondamente legato alla Libia, occorrerebbe ammettere: “abbiamo sbagliato” e chiedersi: “che cosa si puo’ fare per cambiare un po’ la situazione?”.
“Cercare – ha spiegato – di aiutarli a riflettere, pero’ non con la forza, ma con il dialogo: penso che sia una cosa molto importante, questa”.
Mentre “i Paesi arabi, musulmani potrebbero anche loro fare in modo di ritrovare una certa serenita’”.
“Chi c’e’ dietro a questi jihadisti? Chi da’ loro i soldi?”, ha chiesto Radio Vaticana. “C’e’ il petrolio! I pozzi di petrolio della Libia, quelli del Golfo Persico…”, ha risposto il vescovo rimasto a Tripoli. (AGI) .