Ilaria Alpi, superteste: “gli italiani mi hanno pagato per accusare Hassan, ma e’ innocente”

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“L’uomo in carcere accusato del suo omicidio e’ innocente. Io non ho visto chi ha sparato. Non ero li’. Mi hanno chiesto di indicare un uomo”. E’ quanto ha rivelato il supertestimone del processo che si e’ svolto a Roma per l’omicidio della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e dell’operatore della Rai Miran Hrovatin. L’uomo, Ahmed Ali Rage, soprannominato Jelle, irreperibile per l’Italia, raggiunto dall’inviata di ‘Chi l’ha visto?’ ha raccontato che gli italiani avevano fretta di chiudere il caso e gli hanno promesso denaro in cambio di una sua testimonianza al processo: doveva accusare un somalo del duplice omicidio. Jelle indico’ il giovane Omar Hashi Hassan al pm Ionta durante un interrogatorio, ma poi non si presento’ a deporre al processo e fuggi’ all’estero. Per la sua testimonianza il giovane Hashi fu arrestato e condannato all’ergastolo.

“L’intervista di ‘Chi l’ha visto?’ al supertestimone dell’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e’ un documento giornalistico eccezionale che riapre una volta per tutte il caso dell’esecuzione di Mogadiscio del 1994″ dichiara il direttore di Rai3, Andrea Vianello, che prosegue:”Le rivelazioni di Jelle confermano quello che da anni la famiglia Alpi e molti giornalisti tenacemente sostengono: e cioe’ che in carcere ci sarebbe un innocente usato come capro espiatorio e che gravissimi depistaggi avrebbero inquinato le inchieste. Spero davvero che lo scoop del programma di Federica Sciarelli serva a spingere gli inquirenti a riaprire definitivamente le indagini sull’assassinio dei due nostri colleghi che aspettano invano giustizia da cosi’ tanti anni”.

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Ecco chi ha ucciso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Aprite il file allegato

Il 24 marzo 1994 i giornalisti della Rai Ilaria Alpi e Miran Hrovatin furono uccisi su commissione a Mogadiscio poco prima che rivelassero al mondo un coacervo di schifezze nel teatro della missione di pace Ibis, nell’ambito di Restore Hope. Stupri su donne somale immobilizzate, rifiuti tossici interrati, traffici di organi, di esseri umani, di armi… Ufficiali, faccendieri, imprenditori, funzionari, erano coinvolti. E tra loro vanno cercati i mandanti.

Ilaria Alpi litigo’ duramente per questi fatti con il comandante della missione, generale Bruno Loi, che dispose il divieto alla giornalista di entrare ancora in Ambasciata. Un coraggiosissimo sottoufficiale del reparto dei carabinieri Tuscania, il maresciallo Francesco Aloi, recentemente scomparso a Savona, che aveva compiti di polizia giudiziaria, documento’ tutto. Giorno dopo giorno scrisse a penna un suo personalissimo diario della Missione. Quando mi occupai delle vicende somale lavoravo a Panorama. Avevo scoperto stupri e torture da parte dei nostri soldati. Il governo istituì’ l’inutile e ipocrita commissione Gallo. Che lavoro’ stancamente. Ma quando si preparava a chiudere a tarallucci e vino, Francesco Aloi, convinto dall’ammiraglio Falco Accame, consegno’ il suo diario “secretato”. D

a quasi 18 anni mi porto dietro questo scottante documento. Qualche piccolo assaggio lo diedi su Panorama (Aloi mi chiese di non pubblicarlo). Poi una presa di posizione di 54 Parlamentari guidata da Cralo Giovanardi e Maurizio Gasparri apparsa sul Corriere della Sera, chiedeva in toni minatori che Panorama e quel maresciallo la piantassero. L’allora direttore del settimanale, Roberto Briglia, nonostante il suo passato “rivoluzionario”, non mosse un dito. Anzi: l’azienda prima di tutto. E dunque dovetti piantarla. Pochi mesi dopo andai via da Panorama. Chissà, forse, certi successivi strani furti che ho subito, i pedinamenti da parte di una Chroma in autostrada, gli appostamenti sotto la casa della mia fidanzata erano la caccia al Diario del maresciallo Aloi. Ecco qui, nel mio sito, per la prima volta integralmente le 26 pagine che questo incredibile documento dedica a Ilaria Alpi. Aprite il file allegato e leggete: è istruttivo

Marco Gregoretti

Ecco l’allegato >>>