Russia, India e Cina: un ordine economico internazionale piu’ equo e stabile

 

BRAZIL-BRICS-FAMILY PHOTOGRAPH

 

Quella che in origine doveva essere l’Europa dei popoli si è rivelata essere l’Europa degli oligarchi dove solo chi segue gli interessi delle banche, in primis Angela Merkel, può arricchirsi a discapito dei paesi mediterranei, in primis la Grecia. E la Grecia è la dimostrazione pratica che la politica di austerità non produce crescita e senza la crescita la ripresa economica è impossibile come impossibile è onorare i debiti.

Dopo aver lasciato per anni morire di fame questo Paese, la vittoria elettorale di Tsipras ha indotto una restia Merkel a condergli un po’ di ossigeno non perché abbia cambiato opinione sulla politica del rigore ma perché in più di mezza Europa soffia il vento dell’euroscetticismo destinato ad aumentare col peggiorare della crisi economica dell’eurozona ed anche perché i 60 miliardi di euro di fondi di emergenza sono arrivati giovedì, proprio il giorno in cui Putin ha invitato a Mosca il primo ministro greco, Aleksej Tsipras…

Altro errore dell’Europa è l’aver applicato in ossequio agli Stati Uniti le sanzioni economiche alla Russia pensando, erroneamente, di porre fine alla crisi ucraina mentre invece ha ridotto le esportazioni con danni economici non di poco conto per i paesi europei, soprattutto per l’Italia.

Anche se tardivamente, Bruxelles ha capito che era meglio trattare con Putin e protagonisti del vertice di Minsk che ha portato al cessate il fuoco sono Petro Poroshenko, Vladimir Putin, Angela Merkel e François Hollande. Dalla delegazione sono stati esclusi tanto Matteo Renzi quanto Lady Pesc, Federica Mogherini, il cui ruolo finora non è andato mai oltre quello di bella statuina. Forse l’Europa, presa dall’arrivo di Tsipras sulla scena politica e dalla crisi russo-ucraina non si è resa ben conto di come si organizzano i paesi non europei. Tanto meno se ne deve essere resa conto l’Italia alle prese col dilagare degli scandali, in massima evidenza quello degli evasori fiscali e quello delle Banche Popolari, che non sono certo una medaglia d’onore tanto per Renzi quanto per la sua ministra, Elena Bosch

i. Invece è di particolare interesse quanto pubblica questa settimana l’agenzia Eir che dedica due servizi alla Nuova Banca per lo Sviluppo (NDB) e la presenta, com’è giusto che sia, come lo strumento più importante deciso dal gruppo dei BRICS al vertice del luglio 2014 in Brasile poiché tale banca finanzierà la crescita senza le condizioni imposte dal Fondo Monetario o dalla Banca Mondiale.

Nel primo srervizio – “Nuova banca per lo sviluppo al vaglio per la ratificazione in Russia” – spiega che la banca è a diversi stadi di sviluppo nei relativi paesi. In Russia, un apposito disegno di legge del governo è stato sottoposto alla Duma il 4 febbraio. “L’accordo prevede la creazione di un’istituzione finanziaria multilaterale, la Nuova Banca per lo Sviluppo, che finanzierà progetti infrastrutturali e progetti di sviluppo sostenibile nei paesi dei BRICS e nei paesi in via di sviluppo” riferisce l’agenzia TASS. Nel dicembre 2014, The Hindu aveva scritto, citando l’ambasciatore indiano in Cina, Ashok K. Kantha, il quale affermava che anche l’India ha avviato il processo interno per ratificare la NBD, e si auspicava che gli altri membri dei BRICS completassero al più presto la stessa fase.

Con il sistema finanziario transatlantico sul punto di esplodere, i leader dei BRICS sono consapevoli dell’urgenza di creare rapidamente delle alternative, come ha indicato l’agenzia di rating cinese Dagong. Nel secondo servizio, che si intitola “Il triangolo strategico Russia-India-Cina”, l’Eir rileva che la cooperazione diplomatica ed economica tra Russia, Cina ed India ha compiuto un grosso passo in avanti con l’incontro dei rispettivi ministri degli Esteri il 2 febbraio a Pechino. Ben consapevoli delle minacce strategiche ai propri paesi e dell’instabilità del sistema finanziario transatlantico, le tre potenze, che rappresentano oltre 2,5 miliardi di abitanti, intendono consolidare la crescita economica indipendentemente dalle istituzioni controllate dall’Occidente. Nel comunicato congiunto i tre ministri lodano i progressi compiuti dai BRICS, in particolare l’accordo per la creazione della Nuova Banca per lo Sviluppo e l’accordo per la Riserva Contingente in funzione di scudo anti-speculazione.

Tra le altre iniziative, hanno discusso anche della Cintura Economica della Via della Seta cinese e della Via della Seta Marittima del XXI secolo. In questo contesto, il ministro degli Esteri Wang Yi ha sottolineato nel suo intervento che la Cina vuole cooperare con tutti i paesi che si trovano lungo i corridoi economici tra Cina ed Europa. “Non si tratta di un assolo cinese” ha detto “ma di una sinfonia per tutti i nostri partner”. Il punto saliente del comunicato è l’impegno a costruire un ordine economico e politico internazionale più equo e stabile. Citiamo: “I ministri concordano che Russia, India e Cina (RIC), in quanto paesi con un importante influsso a livello internazionale e regionale ed economie di mercato emergenti, hanno bisogno di rafforzare il coordinamento su questioni globali e di cooperazione pratica, nello spirito di apertura, solidarietà e reciproca comprensione e fiducia. concordano che Russia, India e Cina dovrebbero aumentare la loro cooperazione in centri studi, nel business, nell’agricoltura, nella riduzione ed il soccorso in caso di disastri, nei servizi medici e nella sanità pubblica”.

I ministri indiano e russo sono stati ricevuti dal Presidente Xi Jinping, che ha sottolineato l’importanza di questo incontro trilaterale. La presenza del ministro degli Esteri indiano, signora Sushma Swaraj, è stata particolarmente significativa, in quanto – ricorda l’agenzia Eir – avveniva dopo la recente visita di Obama in India, in cui il Presidente USA ha cercato di riesumare le tensioni di lunga data tra Delhi e Pechino. A quanto pare, e per fortuna, non ci è riuscito.