In Italia negli ultimi due anni “gli sforzi per le riforme hanno rallentato rispetto al periodo 2011-2012″ e il Paese si trova pertanto “indietro rispetto alle altre nazioni dell’area periferica dell’Eurozona”. Lo sottolinea l’Ocse nel rapporto ‘Going for Growth 2015′. “Ad ogni modo, il governo ha recentemente completato le prime tappe del suo esteso programma di riforme strutturali”, aggiunge l’Ocse, “portare avanti questo programma con determinazione, applicando in modo efficace le riforme preesistenti, dovrebbe aiutare a raggiungere una crescita piu’ robusta e inclusiva”.
L’Italia dovrebbe ridurre il cuneo fiscale “alto per i salari bassi” e migliorare l’efficienza del proprio sistema di tassazione, ritenuto “troppo complicato” dal punto di vista normativo, anche nell’ottica di una piu’ decisa lotta a un’evasione che rimane “elevata”.
L’organizzazione di Parigi critica le “frequenti modifiche alle tasse sugli immobili”, che hanno portato “instabilita’ e incertezza” e invita l’Italia a “ridurre le distorsioni e gli incentivi a evadere riducendo le elevate aliquote nominali e abolendo numerose voci di spesa”.
Secondo l’Ocse, occorre inoltre “ridurre l’instabilita’ della legislazione fiscale evitando le misure provvisorie” e “mantenendo l’impegno a evitare le sanatorie fiscali”, nonche’ “continuare a ridurre le tasse sul lavoro quando la situazione fiscale lo consente”.
Il decreto sullo Jobs Act “ha rimosso la maggior parte dei limiti all’utilizzo dei contratti a breve termine per un totale di tre anni” e da’ mandato al governo di “introdurre una serie di riforme potenzialmente importanti entro meta’ 2015”.
Nondimeno il provvedimento deve essere accompagnato da “una rete di sicurezza sociale piu’ estesa e dallo sviluppo di politiche del mercato del lavoro attive”.
L’organizzazione parigina sottolinea come sia prioritario “un riequilibrio della protezione dei lavoratori, dal posto di lavoro al salario”, in quanto l’Italia soffre di “un mercato del lavoro duale” con una protezione “molto alta” limitata ad alcune categorie contrattuali e una rete di sicurezza sociale “relativamente frammentata”. L’esecutivo, secondo l’Ocse, dovrebbe quindi continuare a ridurre questa dualita’ tramite “una maggiore flessibilita’ in entrata e in uscita e procedure legali piu’ lineari e meno costose”.
Quanto alle politiche attive per il mercato del lavoro, l’Osce suggerisce di individuarle attraverso “il sistema di monitoraggio istituito dalla riforma del 2012 per identificare quali misure siano piu’ efficienti dal punto di vista dei costi cosi’ da concentrare le risorse su di esse”.
Il programma di privatizzazioni annunciato dall’Italia “non ha raggiunto gli obiettivi prefissati”, l’Ocse invita quindi il governo a “portare avanti le privatizzazioni ed eliminare i legami proprietari tra enti locali e fornitori di servizi“.
Intervenire sul sistema educativo e sulla formazione, al fine di migliorare le competenze dei lavoratori non specializzati, e rimuovere le barriere alla concorrenza. Sono alcune delle priorita’ che l’Ocse indica al governo italiano.
In particolare, secondo l’Ocse, sulla concorrenza pesano “l’inefficienza dei tribunali civili” e alle leggi fallimentari che “nonostante alcuni miglioramenti, portanto ancora a procedure di recupero dei debiti piu’ lente e costose che in altri paesi”. Per l’organizzazione di Parigi, e’ inoltre opportuno “digitalizzare le procedure”, cosi’ da rendere piu’ snella la giustizia civile. agi