“Porre il tema in termini ideologici è un errore, è una questione che riguarda migliaia di persone”. Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, annuncia l’istituzione del registro per le coppie di fatto nella città da lui amministrata e spiega così la decisione, decisamente controcorrente rispetto alla linea del suo partito e del segretario del Carroccio, Matteo Salvini, da sempre contrari.
Già dalla settimana prossima, ha promesso Tosi, i registri saranno attivi grazie ad una legge del 1989 che prevede questa possibilità.
I diritti delle coppie di fatto – Il provvedimento consentirà, tra l’altro, di accedere alle informazioni sanitarie sul convivente, ma non sarà riconosciuto l’ingresso nelle graduatorie per le abitazioni popolari. “Il riconoscimento – ha aggiunto il sindaco di verona – sarà dato alle coppie di fatto che abbiano figli, ma anche a quelle, etero oppure omosessuali, che convivano da almeno due anni”.
Garanzie patrimoniali e assistenziali – Non si tratta di parificare le coppie di fatto al matrimonio o alle famiglie tradizionali, ha spiegato ancora il sindaco scaligero, ma di riconoscere garanzie su aspetti patrimoniali, assistenziali e sanitari. “Il documento, che sarà rilasciato dopo un anno di convivenza se uno dei due partner ha più di settanta anni, o immediatamente nel caso di conviventi con figli in comune o di coppie che hanno già ottenuto un medesimo riconoscimento in un altro comune – ha detto Tosi –, permetterà ai conviventi di far valere i propri diritti, quale coppia, per ottenere informazioni sullo stato di salute del convivente, per l’assistenza in strutture sanitarie in caso di degenza o per l’accesso a documentazione presso le pubbliche amministrazioni”.
Agevolazioni – “L’attestato inoltre – ha aggiunto Tosi – permetterà di fruire di agevolazioni per i servizi rivolti a coppie, giovani, genitori e anziani, per lo sport e il tempo libero, e di aver accesso ai servizi sociali e ad attività di sostegno e aiuto nell’educazione”. Il sindaco ricorda che a Verona da tempo “le coppie con figli, a prescindere dal fatto che siano o meno sposate, hanno pari diritti per l’accesso ai nidi, ai servizi per l’infanzia”.