“Continuo a pensare che la Tav vada sabotata, ma si sabota da sé perché non ci sono i soldi. Il buco della Tav sarà interrotto: bucus interruptus”. Lo ha detto lo scrittore Erri De Luca al termine dell’udienza in cui è imputato per istigazione a delinquere.”Ma siccome sono uno scrittore – ha aggiunto – sono bene attrezzato per difendermi con le parole”.
“Sottolineo il dono per la nobiltà della parola ‘sabotare’, la usava Gandhi: il verbo è nobile. Ha un significato molto più ampio dello scassamento”. Lo ha dichiarato ai giornalisti prima che iniziasse l’udienza in tribunale a Torino lo scrittore Erri De Luca accusato di istigazione a delinquere dalla procura per aver detto che “la Tav va sabotata” e che le “cesoie servivano a tagliare le reti” del cantiere di Chiomobte della Torino-Lione. De Luca ha anche ricordato di avere effettuato azioni di sabotaggio a Torino quando negli anni Ottanta “partecipai alla lotta operaia, allora bloccamo la Fiat a Mirafiori”.Un lungo applauso dalla folla, che lo ha seguito e acclamato come una star, ha accolto Erri De Luca quando è uscito dall’aula del Palagiustizia di Torino, al termine dell’udienza in cui è imputato di istigazione a delinquere. Decine di cittadini e No Tav lo hanno seguito fino all’esterno del Palagiustizia.
L’udienza è stata aggiornata a marzo. Il giudice ha ammesso come testi dell’accusa il capo della Digos Giuseppe Petronzi e il dirigente Bufalini di Ltf. Non è stato ammesso invece Mario Virano, presidente dell’Osservatorio sulla Tav.Fuori dal tribunale di Torino una piccola folla di un centinaio di persone ha letto in coro, con un megafono, alcuni passi di ‘La parola contraria’, l’opera in cui lo scrittore De Luca racconta i motivi della sua opposizione alla costruzione della Tav e i motivi per cui è processato. Al termine dell’udienza in cui è imputato per aver dichiarato che la Tav va sabotata, Erri De Luca, accompagnato dal suo avvocato Gianluca Vitale, è uscito dal tribunale poco dopo le 11.
“Inventiamo un processo sulla colpa d’autore a questo punto”. Lo ha detto l’avvocato Gianluca Vitale, difensore di Erri De Luca. Vitale ha sostenuto che il processo in corso non sarebbe soltanto uno dei processi contro i No Tav che la procura ha avviato, ma anche un “processo politico”, contro la libertà d’espressione e contro il movimento No Tav. Vitale ha parlato dopo il procuratore aggiunto Andrea Beconi, che ha chiesto al giudice l’acquisizione di alcune prove: oltre alle interviste, anche alcuni documenti di stampo anarchico come rivista Lavanda e l’audizione di alcuni testimoni tra cui Mario Virano, presidente dell’Osservatorio della Torino-Lione.