La Lega sollecita l’Europa: salvaguardare il profilo peculiare delle Banche Popolari

“Ho ritenuto, attraverso una risoluzione, di dover ricordare al Parlamento europeo e alla Commissione che in passato si erano già esposti circa la natura “virtuosa” delle Banche Popolari – commenta l’On. Mario Borghezio – e trovo doveroso che, in linea con quanto precedentemente affermato, l’Europa, per una volta, si impegni a garantire la sopravvivenza di uno strumento che, in generale, funziona.

bancIl 2 luglio 2013, il Parlamento Europeo, esprimendosi sul “contributo delle cooperative al superamento della crisi”, aveva evidenziato che ‘le Banche cooperative si sono dimostrate in tempi di crisi più resilienti grazie al loro modello di governance, che si basa sulla proprietà frazionata e diffusa, sulla partecipazione economica e sul controllo democratico dei soci, sull’organizzazione e direzione a cura dei soci-stakeholder e sull’impegno verso la comunità’;

la Commissione, nel 2007, aveva rinunciato espressamente ad imporre a livello europeo il principio del voto proporzionale (one-share one-vote) a motivo del fatto che, come dimostrato da studi di esperti indipendenti, non esiste alcuna evidenza empirica né prova economica che il voto proporzionale assicuri una migliore performance gestionale;

il Regolamento sulla Società cooperativa europea n. 1435/2003 non considera rilevanti le dimensioni per stabilire se una cooperativa perda la sua natura ma anzi incoraggia la costituzione di società cooperative di transfrontaliere;

il “voto capitario” (diritto di un solo voto al socio indipendentemente dal numero delle azioni possedute), il limite al possesso azionario e tutte le altre caratteristiche insite nel modello cooperativo che oggi, in Italia, il Governo Renzi tenta di smantellare, consentono a questi istituti di credito di essere vicini alle esigenze del territorio e sostenere meglio l’economia reale, rispetto ad altri intermediari finanziari.

Come sta avvenendo a Roma – conclude Borghezio – anche a Bruxelles la Lega sollecita quindi l’Europa a salvaguardare il profilo peculiare delle Popolari come strumento fondamentale di contrasto agli effetti della crisi, cercando di impedire che il decreto del Governo Renzi sia il primo passo di un disegno volto a smantellare uno strumento che funziona”.