Censura made in PD: Calabria, giornalista litiga in tv con il governatore Oliverio. Le tolgono il programma

Antonella-Grippo

 

Una lite ad ottobre con l’allora candidato Pd alla presidenza della Regione Calabria Mario Oliverio.
Domande scomode (del tipo: «È vero che non piace a Renzi?; Lei è un trasversalista?»), un tono considerato «troppo aggressivo» dalla rete regionale che la ospitava, LaC, e «Perfidia», la trasmissione condotta da Antonella Grippo, viene sospesa per alcuni giorni. Poi si decide di farla tornare in onda, anche all’indomani della bomba di indignazione deflagrata sui social su quello che è diventato un vero «caso».
Ma, passate le vacanze di Natale, la giornalista d’inchiesta con in tasca il mestiere da oltre 15 anni e la stoffa si ritrova la sorpresa. «Doveva riprendere il 16 gennaio. Il 9, invece, improvvisamente, dopo la nomina del nuovo direttore responsabile delle news con cui ho avuto uno scambio cordiale, mi è stato comunicato dal direttore del palinsesto la cessazione immediata della trasmissione e la risoluzione del mio contratto. In modo perentorio. Motivo: la ristrutturazione del palinsesto e altre giustificazioni fasulle», racconta indignata. «Il direttore delle news ha parlato di “spending review”, ma questa non è la verità. Lo sa cosa mi ha rammaricato di più? Non aver avuto nemmeno la possibilità di congedarmi dal pubblico».

Grippo si spieghi. Qual è la verità?
«Che “Perfidia” stava sui maroni all’establishment politico di sinistra, la sua chiusura è stata pretestuosa. Guardi, da me sono stati massacrati tutti i politici di centrodestra e non è mai successo nulla. Forse qualcuno non ha dimenticato quanto accaduto con Oliverio e gli ha voluto tributare un omaggio non direttamente richiesto, ma sicuramente non sgradito. E non vorrei che dietro ci fossero anche interessi di altra natura».

Cosa glielo fa pensare?
«Il fatto che mi sono arrivati attestati di solidarietà da tutti gli schieramenti politici, ma non dal Pd che conta. Nemmeno dai giovani renziani che si considerano tanto freschi di “cambiamento” e rappresentano un’altra storia rispetto all’ancien régime».

Dopo la famosa querelle ha più invitato in studio il presidente Oliverio?
«Sì, da presidente, gli ho offerto la possibilità di tornare. Ma lui non è più venuto».

Però l’ha chiamata quando ha saputo della chiusura di “Perfidia”.
«Ha detto di essere dispiaciuto, ma non è seguita nessuna sua nota ufficiale a riguardo. Lui rappresenta la sinistra più tradizionalista, tutto quel segmento del Pd che non ha mai sopportato il mio modo di fare giornalismo. Lo stesso che ha fatto retorica piagnona su Charlie in questi giorni e che rischia di ispirare azioni tali da strozzare la libertà di informazione tanto decantata».

Politica e informazione. Che idea si è fatta nella sua carriera?
«Che la politica può riuscire a mettere il bavaglio al giornalismo ed essere più forte solo apparentemente. Ho pagato lo scotto di un’informazione pungente, ma ci si è resi conto di quanto successo realmente. A me hanno fatto un favore in termini di popolarità».

Valentina Conti   Il Tempo