Il ‘quantitative easing’ della Bce annunciato da Mario Draghi sucita poco entusiasmo nel Parlamento europeo. Decisamente freddi i popolari, più calorosi – pur senza risparmiare osservazioni – liberali e socialisti, decisamente critici i M5S.
Per i socialisti l’azione della Bce “era necessaria ma non è abbastanza”. Il Qe “ha risposto alle attese delle aziende, dei mercati finanziari e di molti leader europei”, afferma la portoghese Maria Joao Rodrigues, vicepresidente del gruppo S&D con delega per gli affari economici e monetari. Secondo la quale è però “un peccato” che solo il 20% dei rischi sui nuovi titoli comprati da Francoforte saranno condivisi dalla Bce, lasciando l’80% alle banche centrali nazionali. “Questo manda un cattivo segnale sull’unione monetaria, che dovrebbe essere irreversibile. Gli stati membri si sono impegnati a condividere l’euro nei tempi buoni come nei tempi cattivi”, afferma Rodrigues aggiungendo che “la Bce si è piegata alle pressioni del governo tedesco e della Bundesbank“.
Per la Pd Simona Bonafé gli acquisti di bond sono tuttavia “ottime notizie”. “La Bce – aggiunge l’eurodeputata renziana – sta facendo il suo lavoro, ora tocca alle politiche europee fare passi avanti per la crescita. L’Italia ha dato il suo contributo ottenendo, durante il semestre, l’applicazione della flessibilità e con il piano investimenti di Juncker”.
Gelido il Ppe, che pubblica una nota dal titolo: “La Bce deve ersercitare il suo ruolo indipendente con responsabilità”. Il capogruppo, il tedesco Manfred Weber, evita giudizi sull’annuncio di Draghi e si limita ad osservare che “continuare le riforme strutturali è essenziale per il futuro dell’Eurozona”. Il portavoce del gruppo per gli affari economici, il connazionale Burkhard Balz, esprime un generico “sostegno per l’agenda degli investimenti in Europa” ma subito sottolinea che “il prerequisito indispensabile è un ulteriore progresso nel consolidamento dei bilanci nazionali“.
Per il Movimento 5 Stelle si tratta di una misura “a vantaggio esclusivo di banche e finanza”. Rilevando che “i nostri timori sono risultati fondati”, i deputati pentastellati dicono che “la nuova ondata di liquidità andrà ancora una volta alle banche” e che “Draghi ancora una volta ha dovuto piegare la schiena” davanti alla Merkel.
Ed il leader del gruppo lib-dem Alde, Guy Verhofstadt, sottolinea che “l’intervento della Bce non deve portare alla compiacenza” perché “il quantitative easing non è la bacchetta magica” ed i governi tutti, ma “in particolare Italia e Francia”, “devono cominciare a mettere in atto le riforme. “La credibilità dell’eurozona – sottolinea Verhofstadt dipende in larga parte dalla volontà politica di riforme queste due grandi economie”. ansa