Italicum, passa il lodo Esposito. Senato, via 35mila emendamenti

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– Il Senato ha ripreso oggi le votazioni sulla legge elettorale. L’aula di Palazzo Madama ha bocciato l’emendamento Gotor (sinistra Pd) che chiedeva di modificare l’Italicum 2.0 su capilista bloccati in modo da predeterminarne il numero. Sono stato 170 i no, 116 i si’, 5 gli astenuti. A favore dell’emendamento Gotor anche i senatori M5s. L’emendamento bocciato porta la firma di 34 senatori democratici ed e’ stato ‘difeso’ in Aula dallo stesso Gotor. A favore si sono espressi anche la Lega e Sel.

Il Senato ha respinto anche il secondo emendamento presentato sempre da Gotor che contiene la possibilita’ di apparentamento fra liste al secondo turno. I no sono stati 168, i si’ 108, e tre gli astenuti.

Approvato invece l’emedamento a firma di Stefano Esposito che blinda il patto del Nazareno. Sono stati 175 i si’, 110 i no e due gli astenuti. Il ‘lodo Esposito’ spazza in un sol colpo oltre 35mila emendamenti. La cifra e’ stata indicata in Aula dal presidente di turno Roberto Calderoli. Sono 47mila le modifiche presentate all’Italicum. Dopo l’approvazione del ‘lodo Esposito’ l’Aula e’ stata sospesa e riprendera’ i suoi lavori alle 19,30.

Intanto Matteo Renzi e’ tornato a difendere la riforma della legge elettorale che, spiega dal Forum di Davos, “dara’ una leadership chiara e stabilita’ di governo”. “Non si molla di un centimetro”, ha assicurato il premier. “Il percorso di cambiamento che l’Italia ha iniziato sta continuando”, ed “e’ giusto e doveroso che sia cosi’ e noi non ci fermiamo. Poi ci sono le polemiche, le discussioni ed e’ normale. Ma non si molla di un centimetro”. Un sistema, l’Italicum, che “dara’ agli elettori la possibilita’ di scegliere e di avere una leadership di governo per 5 anni. Davanti al mio governo – puntualizza il premier – ci sono altri 3 anni di lavoro e noi vogliamo creare le condizioni perche’ sia chiaro il vincitore delle elezioni e la guida del Paese per un periodo stabile, e non con continui cambi”. Analizzando il voto dell’aula, emerge che sono stati dieci i voti di Forza Italia favorevoli all’emendamento Gotor.

Anche il senatore a vita Carlo Rubbia ha votato a favore dell’emendamento. Ieri erano stati in ventinove a firmare il documento della minoranza del Pd e in 27 hanno votato l’emendamento Gotor. “Le pressioni – spiega l’esponente della minoranza – sono state inutili”. Rosaria Capacchione ha preferito non partecipare al voto, mentre Felice Casson – spiega Gotor – era impegnato al Copasir. Alla lista va aggiunto poi un altro nome, Roberto Ruta, che ha deciso di appoggiare l’emendamento 101.
Si fanno i conti anche in FI. “Senza di noi la maggioranza sarebbe andata sotto”, dice Maurizio Gasparri, “se ci fosse stato una valutazione politica i numeri sarebbero stati chiari: 125 contro 166…”.

Tra gli azzurri erano assenti Ghedini, impegnato in udienza a Napoli, Fazzone e Pagnoncelli. Dieci azzurri hanno votato a favore dell’emendamento. Sulla stessa linea otto esponenti di Gal. “Il Pd discute anche aspramente, ma sempre con senso di lealta’ e di responsabilita’. I toni non devono andare oltre misura. E non sempre in queste ore e’ stato fatto”, dice il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, in Transatlantico, rispondendo a chi gli chiede se la frattura sulla legge elettorale nel Pd sia o meno ricomponibile. “Siamo in un passaggio decisivo – sottolinea Guerini – sulla legge elettorale al Senato abbiamo la possibilita’ di portare a conclusione un percorso molto impegnativo per fare una buona legge elettorale che rafforza il bipolarismo, garantisce la rappresentanza di genere, supera le liste bloccate, prevede soglie che non penalizzano le piccole formazioni. E’ una legge in cui tutto il Pd puo’ riconoscersi, perche’ ci sono molte nostre posizioni e ritengo che non tenerne conto sia sbagliato. Altrettanto sbagliato pero’ e’ alzare oltre misura i toni del confronto”.