Sembrava che quella foto, una bimba impegnata a fare le treccine al ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, potesse segnare la fine dell’incubo. Un incubo fatto di fame e miseria per i bimbi, e di ansia e paura per i genitori pronti ad accogliere quei piccoli. L’arrivo in Italia con un volo di Stato, il ventotto maggio scorso, aveva fatto credere che il blocco delle pratiche burocratiche per l’adozione fosse stato felicemente risolto. Le ventiquattro famiglie italiane, infatti, avevano potuto finalmente abbracciare i trentuno bambini adottati dal Congo. Ma quando tutto sembrava finito, la situazione si è tinta nuovamente di giallo.
Racconta “Il Fatto quotidiano” in edicola martedì, citando il giornale congolese “Le Potentiel”:
Il caso è tutt’altro che risolto. La sera dello scorso 29 dicembre ventidue bimbi già destinati a coppie italiane sarebbero stati prelevati con la forza dall’orfanotrofio di Kinshasa, Maison Familiare Ange Gabrielle. Tre uomini con accento francese li avrebbero prelevati in fretta e furia e qualificandosi come inviati della Cai, la Commissione adozioni internazionali presieduta da Silvia Della Monica e sotto le dipendenze della Farnesina.
Molti dei dirigenti della struttura, secondo quanto ricostruisce il giornale congolese, sarebbero rimasti all’oscuro di tutto. Quello che appare a tutti gli effetti un rapimento, infatti, sarebbe stato scoperto solo alcune ore dopo, grazie anche ai racconti dei testimoni.
“Con indosso un pigiama – ha spiegato al giornale uno dei residenti di zona – i bimbi avrebbero opposto resistenza ai loro accompagnatori, avrebbero lanciato urla per opporsi al trasferimento e sono stati caricati su un veicolo dagli intermediari dei loro genitori adottivi”.
Dalle prime informazioni piuttosto frammentate e non confermate da fonti ufficiali, gli uomini che hanno prelevato i bimbi hanno giustificato il blitz con lo spostamento in un’altra struttura. Secondo quanto scritto dal quotidiano congolese, si tratterebbe di tre collaboratori della Onlus italiana Raphael (il cui presidente è Mons. Giovanni D’ERCOLE Consigliere Etico-Spirituale) che avrebbero agito violando la procedura standard per l’affidamento dei piccoli.
Resta da capire perché siano state adottate queste procedure insolite. E dove siano ora i bambini. Ma, al momento, il ministero degli Esteri tace.
today.it
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INSPIEGABILMENTE E SENZA RIFERIMENTI SPECIFICI al rapimento dei bambini, LA COMMISSIONE PER LE ADOZIONI INTERNAZIONALI HA PUBBLICATO QUESTA NOTA sulle procedure adottive
Con riferimento alle notizie riportate oggi da alcuni media riguardanti le procedure adottive (???) in Repubblica Democratica del Congo, la Commissione per le Adozioni Internazionali precisa che si tratta di notizie false e calunniose strumentalmente fatte veicolare nel non mascherato tentativo di pregiudicare il positivo esito delle procedure pendenti in RDC e nel deprecabile intento di allarmare i genitori adottivi in attesa dei propri figli dal Congo.
La Commissione conta sulla responsabilità degli enti operanti in RDC, che hanno già manifestato la loro posizione di appoggio all’operato della CAI nei comunicati di novembre 2014, affinchè siano isolate inaccettabili e ingiustificate posizioni di pregiudizio degli interessi dei minori adottati dalle famiglie italiane.
La Commissione conferma gli ottimi rapporti con le autorità della RDC nel perseguire la tutela dei diritti dei bambini e, certa della piena consapevolezza e responsabilità dei genitori adottivi, conferma il massimo impegno e la massima fiducia nel positivo esito delle adozioni in Repubblica Democratica del Congo.