Una spaccatura sembra essersi approfondita negli ultimi giorni all’interno di Alba della Libia (Fajir), coalizione di milizie islamiste che attualmente controlla la capitale Tripoli, sulla partecipazione del gruppo ai colloqui in corso a Ginevra sotto egida Onu. E’ quanto riferisce il sito web libico “Libya Herald“.
I consigli municipali di Janzour e Suq al Juma hanno annunciato che non parteciperanno al processo di dialogo mediato dalle Nazioni Unite perche’, sostengono, il Congresso nazionale (il parlamento di Tripoli dominato dalle forze islamiste) e’ l’unico autorizzato a occuparsi della questione.
Questo nonostante negli scorsi giorni diversi consigli municipali, tra cui Misurata e Tripoli, abbiano annunciato la propria partecipazione ai colloqui di Ginevra.
La fazione piu’ oltranzista all’interno di Alba della Libia, secondo il quotidiano, starebbe infatti impedendo ai consigli municipali di inviare delegazioni in Svizzera. Inoltre, all’interno della coalizione si starebbe sviluppando una corrente contraria al cessate il fuoco proclamato nella giornata di venerdi’. Tale corrente sarebbe guidata dal leader di Misurata Salah Badi (cioè colui che protegge il commpound oil&gas dell’Eni, sito a Mellita, da dove parte il gasdotto sottomarino che arriva fino a Gela) e da altri comandanti provenienti da Gyariyan, Zawia, Sabratha e Tripoli, i quali non hanno partecipato all’incontro nella capitale che ha proceduto l’annuncio del cessate il fuoco.
GadLenner Orbene, al di là di queste suggestive reminiscenze, la notizia è che l’Eni e l’ambasciata italiana si trovano sotto la “protezione” di una fazione, Fajr, il cui comandante non smentisce l’alleanza con fazioni jihadiste vicine all’Isis, e ammonisce l’Onu: se non vi sbrigate a accogliere le nostre richieste, vi toccherà fare i conti direttamente con i fondamentalisti.
Oggi il ministero della Difesa del governo di Tripoli, che tanti osservatori considerano sotto il controllo di Alba della Libia, ha reso noto che “nessuno e’ stato autorizzato ad annunciare un cessate il fuoco“. Allo stesso tempo, alcune brigate del gruppo per esprimere la propria contrarieta’ alla tregua proposta venerdi’ hanno attaccato le forze dell’Esercito nazionale a Ajilat e al Jmail, a ovest di Tripoli, cosa che ha spinto Tobruk a ordinare nuovi raid aerei contro le posizioni di Alba della Libia. (AGI) .