“Non intendo fare un ragionamento umanitario ma di diritto e di diritto costituzionale: da questo punto di vista è addirittura un dovere dello Stato nei confronti dei cittadini”. Così il senatore del Pd Luigi Manconi, in un’intervista a Repubblica, a proposito del caso di Greta e Vanessa, le due cooperanti rapite in Siria e liberate giovedì, e del pagamento di un riscatto.
“Il fondamento del rapporto tra cittadino e Stato – aggiunge – risiede nella promessa dello Stato di garantire l’integrità fisica e morale del cittadino nei confronti del nemico esterno, in caso di guerra o terrorismo e di quello interno, aggressioni e violenze. Il patto sociale si basa esattamente su questo e lo Stato può pretendere ubbidienza dai cittadini se garantisce la loro incolumità. È questo che da legittimità giuridica e morale allo Stato di diritto. E da questo punto di vista pagare un riscatto è addirittura un dovere per lo Stato”.
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“Se quei milioni di riscatto – continua Manconi – sono destinati, ed è possibile, ad alimentare i terroristi, pensate a quante conseguenze può provocare a Israele la liberazione dei suoi nemici quando periodicamente, per ottenere il rilascio di uno o due soldati o civili, acconsente all’uscita dalle proprie carceri di centinaia di palestinesi. E tra questi anche di quelli che considera più pericolosi”.
Greta e Vanessa in abbigliamento filo-islamico
DI PARERE CONTRARIO IL MINISTRO GENTILONI
“Noi siamo contrari al pagamento di riscatti e partecipiamo al contrasto multilaterale al fenomeno dei sequestri di persona a scopo di riscatto”. Sono queste le parole usate dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni che ha parlato alla Camera dei deputati in merito alla liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due giovani cooperanti italiane rapite in Siria nell’estate del 2014.