L’Opec “non e’ piu’ in grado di continuare a proteggere un determinato prezzo del petrolio”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti, Suhail al-Mazrouei, intervenendo durante il Gulf Intelligence Eau Energy Forum. “L’eccesso di offerta e’ arrivato principalmente dallo shale oil e cio’ doveva essere corretto“, ha aggiunto al-Mazrouei, che ha escluso una nuova riunione del cartello dei produttori prima del vertice previsto a giugno. Al-Mazrouei si e’ detto “preoccupato” per gli equilibri del mercato del petrolio ma ha affermato che l’Opec “non puo’ essere in nessun caso essere l’unica parte responsabile”. “Stiamo dicendo ai mercati e agli altri produttori di essere razionali, di comportarsi come l’Opec e guardare alla crescita nel mercato”, ha concluso il ministro.
Gli Emirati Arabi sono stati tra i principali alleati dell’Arabia Saudita nel far prevalere, durante il vertice dell’Opec dello scorso novembre, la decisione di lasciare la produzione immutata, innescando il crollo delle quotazioni che ha scosso i mercati negli ultimi mesi.
L’obiettivo di Riad, secondo la maggior parte degli analisti, e’ ridimensionare il ruolo dei produttori statunitensi di shale oil, conservando le proprie quote sul mercato americano. L’estrazione di idrocarburi non convenzionali richiede infatti investimenti che rischiano di diventare non convenienti con un barile sotto quota 50 dollari, laddove i produttori del Golfo Persico, avendo un punto di pareggio molto piu’ basso, possono sopportare un tracollo dei prezzi ancora piu’ grave.
Eppure, secondo i dati di Drilling Info, le concessioni di licenze per la trivellazione, dopo la brusca frenata di novembre, a dicembre sono tornate a crescere e sono risultate stabili rispetto all’analogo mese del 2013.