Una decina di islamici residenti in Italia e sospettati di avere legami con la Jihad e’ finita nel mirino della procura di Roma che ha aperto una inchiesta per associazione sovversiva con finalita’ di terrorismo.
All’attenzione del procuratore Giuseppe Pignatone e dell’aggiunto Giancarlo Capaldo ci sono gli ambienti ritenuti piu’ sensibili alla propaganda del fanatismo islamico. Si indaga, in particolare, sul contenuto di alcune conversazioni via web e sugli accessi ai siti internet ritenuti piu’ sospetti.
Intento il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha convocato per oggi una riunione a Roma con i principali procuratori italiani per valutare “la struttura migliore per realizzare il coordinamento, che e’ sicuramente l’obiettivo da raggiungere”. “Potenzialmente le carceri possono essere incubatori” di un certo estremismo islamico, quindi occorre “grande cautela” ha detto Orlando, parlando a Napoli a margine di un incontro organizzato all’interno del penitenziario di Poggioreale.
“Con i ministri della Giustizia dell’Ue – ricorda – abbiamo discusso durante il semestre europeo dell’esecuzione della pena per fronteggiare questo tipo di fenomeno, perche’ isolare queste cellule e’ fondamentale, per evitare cio’ che e’ avvenuto in passato con altre forme di terrorismo”. Per il Guardasigilli occorre quindi “evitare che l’esecuzione penale diventi addirittura un momento che rafforzi l’organismo che si vuole contrastare” e quindi, “anche nell’emanazione della normativa antiterrosimo, bisognera’ tenere conto di questo aspetto”.