La strage nella redazione di Charlie Hebdo e i fatti successivi rischiano di isolare ulteriormente la comunità musulmana francese, la più grande d’Europa. Musulmani che per la stragrande maggioranza hanno casa, lavoro e vita sociale come gli altri, ma che vengono guardati con sospetto ad ogni attentato.
L’Imam di Drancy, Hassen Chalghoumi, ha sempre condannato le derive radicali ed aveva anche appoggiato la legge che vieta il velo islamico. Ora, lamenta la facilità con cui le reti internazionali, grazie anche alla poca severità delle istituzioni, reclutano tanti giovani francesi:
“Perché usano la nostra gioventù? È una gioventù francese che combatte contro la Francia, sono andati nel Mali, adesso vanno in Siria e altrove, adesso è ora che ciascuno si assuma le proprie responsabilità e penso alla società civile, i politici e tutto quel mondo, ma anche i magistrati, penso che non si sanzioni abbastanza”.
Altra grande figura dell’Islam francese è Dalil Boubakeur, rettore della Moschea di Parigi, che esprime da sempre una forte condanna del terrorismo. Sulle difficoltà della comunità musulmana in Europa, noi abbiamo parlato con Tarik Ramadan, svizzero, docente di studi islamici all’Università di Oxford, una delle voci più influenti nel dibattito sui musulmani d’Occidente.
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In questo momento il terrorismo gioca a loro sfavore. Non sono ancora pronti ad arrivare al potere e le stragi permettono di scoprire il vero volto dell’islam.