“Abbiamo la moneta unica e dobbiamo avere anche un sistema di sicurezza e una intelligence unica.
Di fronte al terrorismo l’Europa deve essere unita”. Lo ha detto Matteo Renzi a Otto e mezzo. Il premier poi ha spiegato che “in Italia non abbiamo segnali precisi, puntuali e contingenti che ci portino a dire che e’ un obiettivo a rischio” di attacchi terroristici.
“Tuttavia, ci muoviamo come se lo fosse e i servizi stanno facendo il loro lavoro”, ha aggiunto. Renzi poi ha osservato che “e’ molto difficile immaginare il pericolo jihadista in modo tradizionale” e che “questi due attentatori, sempre che siano loro due come ormai e’ certo, sono due francesi”.
Insomma, “e’ tutto da provare – ha rilevato il presidente del Consiglio – il loro legame con realta’ internazionali”, mentre “e’ innegabile che abbiano una rete di relazioni sul territorio, spesso oggi agevolata dall’uso del web”.
Quindi il tema dell’Isis. “La Libia potrebbe essere la prossima”, dopo Siria ed Iraq a cadere nelle mani del Califfato. E allora “noi privilegiamo la via diplomatica, ma siamo pronti” a partecipare a una azione di ‘peace keeping’, “sotto l’egida Onu”, qualora la strada della diplomazia in Libia dovesse fallire. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a Otto e Mezzo.
Avanti cosi’, cediamo le ultime briciole di sovranita’ nazionale.