“Ho cercato di tirare via la mia amica, ma uno di loro l’ha trattenuta. Mi ha detto, in dialetto: ‘No lei rimane qua, non va da nessuna parte’. Ho provato a tirarla ancora, e in quel momento mi è arrivato il primo colpo, che mi ha fatto cadere. Ho cercato di rialzarmi ma mi sono arrivati 200-300 colpi, non lo so. Mi hanno picchiato con un casco, e poi mi hanno detto anche con una sedia, ma nel momento io non potevo proprio vedere, cercavo di proteggermi gli occhi e mi chiedevo se sarei rimasto vivo. Quando mi colpivano pensavo, non finisce mai…”.
A parlare è il ragazzo di 23 anni vittima del pestaggio avvenuto in centro a Bari il pomeriggio della vigilia di Natale. Picchiato a sangue da alcuni ragazzi che stavano molestando una sua amica, una ragazza panamense. In cinque l’avevano accerchiata su una panchina, bloccandola: “Non la lasciavano respirare, la baciavano, la toccavano, la tiravano”. Lui era intervenuto per difenderla, per portarla via, scatenando la violenza del branco. Un’aggressione avvenuta nel cuore della città, in corso Vittorio Emanuele, intorno alle 19, in un momento in cui la strada era ancora affollata dai tanti giovani che si erano riversati nei locali, per bere e ascoltare musica a tutto volume.
In quel momento, però, nessuno è intervenuto, racconta la giovane vittima, mentre ricostruisce le fasi del pestaggio, i momenti che hanno trasformato quello che avrebbe dovuto essere un pomeriggio di festa in un incubo, per lui che da due anni vive a Panama per lavoro, e che era tornato in Puglia per trascorrere le vacanze di Natale. Solo dopo averlo colpito più volte, per diversi minuti, i suoi aggressori si sono dati alla fuga. “Non so cosa sia successo, chi li ha fatti desistere perchè mi hanno detto che la gente non si è messa in mezzo”, racconta. “Di questo non faccio una grande critica, perchè non tutti hanno il coraggio per fare una cosa del genere, è proprio difficile in verità”. “Penso che l’unica maniera per evitare quello che è accaduto era che ci fossero forze dell’ordine presenti”. Ma nella zona non c’erano divise, dice, e quando le forze dell’ordine sono arrivate sul posto gli autori del pestaggio si erano già dileguati.
IL SINDACO DECARO (PD): “PRONTO A VIETARE MUSICA E VENDITA DI ALCOLICI” – “Dal primo giorno ho dichiarato che sono pronto a firmare un’ordinanza che vieta musica e somministrazione di alcolici e se necessario lo farò lunedì prossimo nella riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza che ho chiesto al prefetto”, ha dichiarato in mattinata il sindaco Decaro, che ha comunque assicurato che il concerto del 31 in piazza si farà. In mattinata, inoltre, Decaro ha anche incontrato personalmente i gestori dei locali di corso Vittorio Emanuele, per chiedere loro di abbassare il volume della musica e di impegnarsi a verificare che non vengano venduti alcolici ai minori. Il sindaco ha poi risposto alle parole di Sisto circa le responsabilità del Comune in quanto accaduto il 24 dicembre: “Non so se Sisto parla da onorevole o da avvocato. Non mi aspettavo che un onorevole di Forza Italia utilizzasse il patrocinio legale per questo povero ragazzo che ha subito un ignobile pestaggio per fare attività politica”. Infine Decaro ha espresso nuovamente il suo rammarico per quando accaduto: “Mi sento di chiedere scusa a quel ragazzo a nome mio, a nome della città. Mi dispiace – ha concluso – che sia accaduta questa cosa ignobile”.“
baritoday.it