Egitto e Marocco proibiscono il film Exodus: “Sionista e razzista”

 

Un film “sionista per eccellenza” e “pieno di falsità storiche”. Ha cominciato il Marocco, poi anche l’Egitto ha deciso che “Exodus: gods and kings”, di Ridley Scott, non deve essere diffuso nelle sale.

Le autorità dei due Paesi arabi che lo hanno messo al bando contestano, tra l’altro, che da esso gli ebrei appaiono i realizzatori delle piramidi.

In Marocco il film Exodus aveva passato il vaglio della commissione cinematografica, poi, alla vigilia della proiezione delle sale, alle stesse è arrivato il divieto consegnato a voce da un delegato del Centro cinematografico marocchino, la commissione di censura del regno. Teoricamente un “consiglio”, in pratica la sicurezza che disobbedire avrebbe voluto dire la chiusura del cinema.

Il nuovo film del regista del “Gladiatore”, costato 140 milioni di dollari, ha suscitato polemiche anche negli Stati Uniti, dove si contesta il fatto che agli attori di colore sono affidati ruoli di schiavi e ladri, mentre, oltre al protagonista, anche i faraoni egiziani sono tutti rigorosamente “caucasici”.

Nella pellicola di ispirazione biblica, basata come il titolo lascia intendere sul libro dell’Esodo, Christian Bale veste i panni di un Mosè più combattente che profeta, con la spada al posto del bastone.

Tra le critiche mosse al film Exodus anche la “rilettura” dell’apertura delle acque del Mar Rosso, miracolo riconosciuto da tutte le religioni monoteiste, che nel film si lascia intendere sia opera di un terremoto.

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