Quirinale, Emma Bonino: “Ero pronta dal 1999 e lo sono oggi”

 

25 dic – Emma Bonino, nella videointervista con la Stampa, interviene a tutto campo sulle questioni di politica internazionale, invitando a riflettere sulla spaccatura interna all’Islam e su come sia importante, in questa fase, sostenere quei Paesi che non sono ancora sprofondati nel caos – ad esempio Tunisia, Marocco, Algeria – nella speranza che sia possibile creare sinergie virtuose in grado di contrastare l’avanzata delle frange più estremiste

L’ex ministro degli Esteri confessa inoltre di non condividere le perplessità sollevate da molti nei confronti della presidenza Obama: “L’America sta tornando a correre economicamente e ha mandato avanti proposte di legge di grande civiltà come la riforma sanitaria e l’immigrazione; sul fronte internazionale poi, ha smesso di portare avanti una politica aggressiva e ha mostrato di comprendere che il mondo è cambiato”

Non manca di intervenire anche sulla crisi ucraina: “E’ tempo di ragionare su altri strumenti” rispetto alla politica delle sanzioni attuata fino a questo momento, “soprattutto per evitare che l’orso, messo all’angolo, non decida di azzannare chi ce l’ha messo”. Emma Bonino ricorda inoltre il suo impegno per i marò e la sua posizione sulla necessità di ricorrere all’arbitrato internazionale (cosa che lei non ha fatto quando era ministro).

Infine, sulla questione del Quirinale, ricordando l’esperienza di “Emma for President” del 1999 dichiara: “Se ero pronta allora, dopo 15 anni di esperienza in più non posso dire di non esserlo, ma la situazione non è mutata: la decisione non spetta né all’opinione pubblica né ai cittadini, ma ad oltre mille grandi elettori”.

Intervista di Francesca Sforza

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