La Coop di Buzzi lavora al Ministero del Lavoro: 3 mln di euro per le pulizie

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20 dic – Questa volta c’è più di una foto sconveniente da spiegare. C’è un appalto da tre milioni di euro per il servizio di pulizie del ministero del Lavoro assegnato cinque mesi fa direttamente alla cooperativa «29 Giugno» di Salvatore Buzzi che potrebbe creare altri imbarazzi al ministro Giuliano Poletti.

La notizia rivelata da il Fatto Quotidiano è destinata ad alimentare le polemiche sul ministro immortalato nel 2010 a cena con Buzzi, braccio destro imprenditoriale dell’ex Nar Massimo Carminati. Per quella vecchia foto, in realtà una delle tante che ritraggono Poletti con il ras delle cooperative ora in carcere con l’accusa di associazione mafiosa, il ministro si è giustificato sostenendo che come presidente della Legacoop partecipava a migliaia di iniziative e non poteva quindi conoscere tutti quelli che incontrava.

Ora salta fuori che Buzzi era riuscito a piazzare la sua «29 Giugno» anche fin dentro il ministero di Poletti. Il sospetto che ci potesse essere un potenziale conflitto di interesse dell’attuale ministro per essere stato 12 anni ai vertici della Legacoop era già venuto al Movimento 5 Stelle, che aveva presentato un’interpellanza urgente – al quale il ministro non ha risposto perché il giorno fissato per il question time era occupato a Bruxelles – in cui si chiedeva se la «29 Giugno» intrattenesse rapporti con il ministero del Lavoro. La risposta l’ha trovata il Fatto scoprendo che la coop di Buzzi quei rapporti li intratteneva eccome. A vincere la gara quadriennale per i servizi di pulizia delle sedi ministeriali di via Flavia, via Fornovo e via De Lollis era stato, nel 2011, un raggruppamento temporaneo di imprese formato dalla Sea Sud e dal Consorzio nazionale servizi, una delle big bolognesi del mondo coop, il cui direttore commerciale del Centro Italia è quel Salvatore Forlenza comparso nelle intercettazioni dell’inchiesta Mafia Capitale e finito nel registro degli indagati della Procura di Roma dopo che per lui il gip Flavia Costantini ha rigettato la misura cautelare escludendo l’aggravante mafiosa.

I lavori di pulizia inizialmente vengono affidati dal Consorzio a una delle sue associate, la cooperativa Antares, che però a luglio scorso, quando Poletti è già ministro del governo Renzi, viene estromessa dall’appalto perché il ministero scopre che non è in regola con la documentazione relativa ai contributi dei lavoratori. A questo punto il Consorzio nazionale servizi la sostituisce con un’altra delle tante coop associate, guarda caso proprio con la «29 Giugno», dopo che questa aveva ottenuto il via libera dal dicastero al quale spettava per legge attestare che la coop subentrante avesse tutti i requisiti richiesti. I requisiti a quanto pare li aveva e la coop di Buzzi si è ritrovata così a lavorare proprio negli uffici di Poletti, creando nuovi imbarazzi al ministro che tanto aveva faticato per allontanare da sé l’ombra di quella conoscenza «scomoda». Dopo lo scandalo e gli arresti, lo scorso 3 dicembre, il ministero del Lavoro ha chiesto chiarimenti al Cns sollecitando iniziative per tutelare l’amministrazione e i lavoratori. La risposta è stata che alla luce di quanto era accaduto la «29 Giugno» sarebbe stata sostituita da una nuova associata. Questo accadeva il 12 dicembre. Ma per il momento non è cambiato nulla e la coop di Buzzi lavora ancora in via Flavia.  il giornale