Bankitalia attesta l’impoverimento delle famiglie, -123 miliardi di euro in un anno

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18 dic –  Adusbef e Federconsumatori, presiedute rispettivamente da Elio Lannutti e da Rosario Trefiletti, tacciate come corvi, gufi e cassandre disfattiste, che denunciando la cruda realtà economica, il tiro alla cinghia delle famiglie e la crisi dei consumi, avrebbero intralciato l’agire economico dei governi, specie di quello in carica, non si stupiscono dagli ultimi dati Bankitalia, il cui Bollettino statistico attesta che la ricchezza netta complessiva, valutata a prezzi correnti, è diminuita di 123 miliardi di euro (-1,4%) tra la fine del 2012 e la fine del 2013.

Le famiglie italiane, popolo di formichine, le cui attività reali (5.767 miliardi di euro) rappresentavano lo scorso anno il 60% della ricchezza lorda, quelle finanziarie (3.848 miliardi) il 40% e le passività finanziarie (886 miliardi) il 9,2%, che tuttavia continuano ad avere nel confronto internazionale un’elevata ricchezza netta, pari nel 2012 a 8 volte il reddito lordo disponibile, comparabile con quelli di Francia, Giappone e Regno Unito e superiore a quelli di Stati Uniti, Germania e Canada, hanno registrato nel 2013 una riduzione dell’1,7% della ricchezza netta sul 2012, circa 150 miliardi in termini reali, che equivalgono (con il metodo Trilussa) a 6.250 euro per ognuno dei 24 milioni di nuclei famigliari, o se si preferisce a 2.500 euro per ognuno dei 60 milioni di residenti.

Le attività finanziarie a fine 2013, ammontavano a 3.848 miliardi di euro, in crescita rispetto a fine 2012 (2,1% a prezzi correnti), il cui 43% era detenuto in azioni e partecipazioni in società di capitali, obbligazioni private, quote di fondi comuni di investimento, partecipazioni in altre società’, titoli esteri e prestiti alle cooperative; i depositi bancari, il risparmio postale e il contante rappresentavano poco più del 30% del complesso delle attività’ finanziarie (1.155 miliardi); la quota investita direttamente dalle famiglie in titoli pubblici italiani, rispetto al 2012, è scesa al 4,7% dal precedente 5,3% a conferma dell’erosione del risparmio per mantenere i consumi, che tuttavia si sono ridotti.

Anche la ricchezza abitativa che fa degli italiani formidabili proprietari (80% proprietari di abitazioni) degli immobili ed oggetto proprio in questi giorni di continue ed onerose stangate fiscali, si è ridotta dell’8,5% nel biennio 2012/2013, che a fine 2013 superava 4.900 miliardi di euro, pari ad una media di circa 200.000 euro a famiglia. I Governi, farebbero bene ad ascoltare le critiche delle associazioni dei consumatori e dei corpi intermedi, per correggere politiche economiche e sociali che stanno falcidiando i sudati risparmi di una vita, generando nuove povertà ed emarginazione.