India, respinta la libertà provvisoria e tutte le istanze dei marò

MARO

 

16 dic – La Corte suprema indiana ha respinto le istanze dei due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, che chiedevano l’attenuazione delle condizioni della loro libertà provvisoria. Latorre chiedeva una estensione di quattro mesi della sua permanenza in Italia per terminare il percorso terapeutico conseguente il suo ictus. Girone invece chiedeva di poter rientrare per tre mesi per trascorrere un periodo, fra cui le festività natalizie, con la famiglia.

Le richieste – Le “petition” dei due marò sono state illustrate dall’avvocato Soli Sorabjee, accompagnato da K.T.S. Tulsi, ad un tribunale di tre giudici presieduto dal presidente della stessa Corte, H.L.Dattu. Quest’ultimo ha fin dall’inizio assunto un atteggiamento visibilmente in disaccordo con le richieste, formulando nei loro confronti numerose obiezioni. In un breve intervento, il magistrato che rappresentava il governo aveva manifestato la sua non contrarietà a concedere una estensione della permanenza in Italia per Latorre. L’istanza di Girone, per un rientro in famiglia per un periodo di tre mesi, anche in occasione delle vacanze natalizie, è stata poco dibattuta, mentre quasi tutto il tempo, circa 30 minuti, del dibattito concesso si è incentrato sui quattro mesi chiesti da Latorre per continuare il suo percorso terapeutico e sottoporsi l’8 gennaio ad un intervento cardiaco.

“Anche le vittime hanno i loro diritti” – Il presidente della Corte ha ascoltato la difesa ma poi, dopo aver discusso anche con i giudici a latere, ha eccepito su vari punti della richiesta, sorprendendosi fra l’altro che in essa fosse sollevato anche il problema della giurisdizione. “Allorché le indagini non si sono concluse e i capi d’accusa non sono stati presentati – ha osservato – come posso io concedere l’autorizzazione agli imputati?”. Sarebbe bene, ha aggiunto, che tutti gli sforzi fossero concentrati sulla chiusura della fase istruttoria del processo”. Dattu ha quindi chiesto “il rispetto del sistema legale indiano perche’, ha arguito, “se concedessi questo ai due richiedenti, dovrei farlo anche per tutti gli imputati indiani”. E poi, ha concluso, “anche le vittime hanno i loro diritti”. La Corte ha inoltre ordinato a Latorre di rientrare in India il prossimo 16 gennaio.

Girone lontano dai figli – Nella sua richiesta Girone sottolineava il fatto di non aver potuto più riabbracciare in Italia i suoi figli dal marzo dello scorso anno, quando usufruì di un permesso in occasione delle elezioni legislative. E chiedeva quindi di poter temporaneamente rientrare per un periodo di tre mesi, includendo le festività natalizie.

Latorre deve sottoporsi a un intervento – Da parte sua Latorre, in Italia dal 13 settembre scorso dopo l’ictus che lo ha colpito a New Delhi, aveva chiesto ai giudici un ulteriore periodo di quattro mesi per continuare il suo percorso terapeutico e sottoporsi anche ad un altro intervento. Tutto questo, si sottolinea, visto anche che il processo aperto dopo l’incidente in cui morirono in mare due pescatori indiani è da tempo sospeso in attesa di risolvere il nodo di quale polizia possa presentare il rapporto sull’accaduto. I due marò sono accusati in India di avere ucciso due pescatori del Kerala durante un’operazione anti-pirateria, il 15 febbraio 2012. tiscali