12 dic – Abu Bakr al-Baghdadi “era molto rispettato dall’esercito americano” a Camp Bucca, il carcere Usa nel sud dell’Iraq dove fu detenuto dal febbraio al dicembre 2004; e “sotto il naso” degli americani ha “portato avanti la sua strategia per dare vita allo Stato islamico“. Questo è quanto ha raccontato al quotidiano britannico The Guardian un alto comandante dell’organizzazione jihadista, Abu Ahmed, che proprio a Camp Bucca conobbe al Baghdadi.
Nelle sue conversazioni con il quotidiano britannico, che oggi ha pubblicato un lungo reportage intitolato “La vera storia dell’Isis”, Abu Ahmed ha sottolineato come proprio la prigione americana abbia offerto ai ribelli sunniti la “straordinaria opportunità di ritrovarsi tutti insieme”. Altrove “serebbe stato terribilmente pericoloso – ha evidenziato – lì, non solo eravamo al sicuro, ma ci trovavamo a soli pochi metri di distanza dall’intera leadership di al Qaida“.
“Avevamo tanto tempo per stare seduti e pianificare. Era l’ambiente perfetto – ha continuato – concordammo che ci saremmo ritrovati una volta usciti di prigione. E il modo per rimanere in contatto fu semplice. Scrivemmo i nostri dati sull’elastico delle mutande. Le persone che ritenevo importanti erano scritte sull’elastico bianco, con i loro numeri di telefono e il nome del loro villaggio. Entro il 2009, molti di noi erano tornati a fare quello che facevano quando erano stati arrestati. Ma questa volta lo stavamo facendo meglio”. tiscali