Ne parla oggi un articolo di Repubblica Bari. “Il 19 ottobre alla Polizia di frontiera di Bari arriva una telefonata dal comandante della Msc, la nave da crociera che arrivava da Venezia e stava per attraccare a Bari. ‘Ho dei clandestini a bordo: sono siriani, chiedono l’asilo politico’‘. E quando si sono aperti i portelloni della nave sono sbarcate dodici persone, 11 uomini e una donna, tutti siriani, con valigie piene di libri. “Avevamo cabine di prima classe. Ma non possiamo tornare nel nostro paese: siamo perseguitati politici. Vogliamo asilo“. Sono i moderni clandestini, quelli colti e benestanti, che conoscono benissimo inglese e francese e sono vestiti in modo impeccabile.
“Siamo medici e veterinari – raccontano – nel nostro paese ci era impossibile continuare a vivere, studiare. Il regime ci avrebbe costretto alla prigione, siamo scappati”. Dicono di essere partiti da Aleppo e di aver pagato migliaia di dollari, passando dal confine turco. Poi lunghi tratti a piedi e a bordo di autobus fatiscenti, fino ad arrivare a Istanbul. “A quel punto – raccontano – avevamo due possibilità: continuare a pagare questi delinquenti e salire con non meno di duemila dollari chissà su quale carretta per arrivare chissà dove. Oppure…”. Loro hanno scelto la comodità di un viaggio in prima classe. E si sono imbarcati su una Msc che dopo aver toccato le coste greche, ha proseguito per la Croazia, ha raggiunto Venezia e, alla fine, ha fatto ritorno a Bari.
Gli altri passeggeri li hanno descritti come “vacanzieri normali”: partecipavano alle cene di gala e ai giochi, passeggiavano sul ponte e conversavano con i loro “compagni di crociera”. Tutto nella normalità, nessuna anomalia. I problemi iniziano quando, a Venezia (dove avrebbero voluto sbarcare per raggiungere poi, piano piano, il Nord Europa e chiedere asilo), la dogana si accorge che quei viaggiatori non hanno le carte in regola (il passaporto non ha i requisiti richiesti). Proseguono il viaggio per Bari e, mentre la nave percorre l’ultima tratta dell’Adriatico, i siriani chiedono al comandante della nave di poter chiedere asilo politico in Italia. Inizia la trafila burocratica e, una volta a Bari, il gruppo viene trasportato al Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo). Dopo poche ore, però, lasciano la struttura. Il loro viaggio prosegue. il giornale
Se sono Siriani cristiani perseguitati forse si meritano l’asilo molto piu’ di altri (Oppure i nostri doganieri potevano chiudere un occhio e lasciarli proseguire)