8 dic – “Tra Putin e Renzi farei a cambio anche domani mattina”. Così il leader leghista Matteo Salvini, ospite di ‘In mezz’ora’. Salvini, che si appresta a recarsi a Mosca, si è scagliato contro le sanzioni alla Russia “che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro“.
Per il progetto nazionale della Lega, aggiunge il leader del Carroccio, “mi chiamano dal centro e dal sud, non me lo sarei aspettato. Mi chiedono di mettere il mio nome nel simbolo. Lo faccio volentieri, mi metto in gioco”.
Salvini risponde poi al ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che accosta la Lega al fascismo di cui in famiglia le avevano insegnato ad aver paura. “E’ da poveretti” tacciare la Lega di fascismo. Il fascismo è interessante da studiare nei libri di storia, ma la guerra fascisti-comunisti non interessa a chi deve pagare l’Imu sui terreni agricoli in montagna, che è roba da folli, non da fascisti o comunisti” sottolinea il leader della Lega. “Se dire che chi ruba va in galera e che sono da tutelare le forze dell’ordine è da fascisti, allora datemi del fascista“, ha affermato Salvini, salvo poi precisare: “Sono leghista e milanista, il resto è opinabile”. Quanto al ministro Boschi, “mi sembra Cappuccetto Rosso che ha paura del lupo mannaro… Boschi dovrebbe fare le riforme istituzionali in Italia e già questo è allucinante”.
Una battuta infine sulla Capitale, alle prese con lo scandalo-mafia. Per la poltrona di sindaco a Roma Salvini ‘apre’ a Giorgia Meloni. Se la leader di Fdi si candidasse, “la voteremmo, è una faccia pulita”. Se però si votasse domani, aggiunge, “andremmo da soli perché sui grandi temi il centrodestra oggi non c’è”. Salvini ha detto che riceve migliaia di richieste da cittadini romani che chiedono alla Lega di esprimere un candidato sindaco. “Non imporremmo nessuno, è chiaro, parliamo di qualcuno di Roma” precisa. adnkronos